Il cardinale Turkson: rispettare la libertà religiosa significa difendere la dignità
dell'uomo
Nella Sala Stampa della Santa Sede, sono intervenuti tra gli altri il cardinale Peter
Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace e il segretario del medesimo dicastero, mons. Mario Toso. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Il Messaggio
di Benedetto XVI è un segno forte dell’impegno della Chiesa a difesa della libertà
religiosa, soprattutto dell’uomo in quanto tale e della sua dignità. E’ quanto sottolineato
dai relatori, che hanno indicato i principali nemici della libertà religiosa oggi
nel mondo: fanatismo, fondamentalismo e laicismo. Fenomeni questi, è stato rilevato,
che ignorano la ricerca della verità trascendente che appartiene ad ogni uomo, senza
distinzioni:
“The exercise of the right of religious freedom as a way
to peace…”
“L'esercizio del diritto di libertà religiosa come via per
la pace”, ha affermato il cardinale Turkson implica, “il riconoscimento dell’armonia
che deve esistere tra le due aree e forme di vita: privato e pubblico, individuo e
comunità”. Ed ha affermato che lo Stato è chiamato a proteggere la libertà religiosa,
in quanto “intrinseca alla persona umana”. Dal canto suo, mons. Toso ha messo l’accento
sulla marginalizzazione del Dio cristiano in Occidente e in particolare in Europa:
“Il
laicismo secolaristico, maggiormente presente nei Paesi occidentali, giunge al rifiuto
del pluralismo religioso e di una laicità positiva per la via singolare della negazione
non solo del cristianesimo, ma di qualsiasi altra religione o tradizione, nel tentativo
di promuovere una radicale emancipazione dell’uomo da Dio”.
Del resto,
è stato ribadito, i cristiani sono il gruppo più perseguitato al mondo. Secondo fonti
di Ong e istituzioni internazionali, infatti, il 75% dei casi di violenze e persecuzioni
sono a danno di cristiani. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale
Turkson ha riconosciuto che in molti Paesi a maggioranza islamica, i cristiani incontrano
spesso difficoltà a professare la propria fede pubblicamente. Mons. Toso ha quindi
tenuto a sottolineare che il rispetto della libertà religiosa non è contro l’ateo,
anch’egli alla ricerca della verità. Ed ha infine ribadito che un’autorità politica,
nazionale o sovranazionale, deve rispettare la dimensione etica nel suo operato:
“Qui
l’appello è proprio che la politica non insegua chissà quali idoli – l’idolo del potere,
l’idolo dell’equilibrio … Se un’autorità politica, concretamente parlando, è più dedita
al messaggio massmediatico e più dedita a coltivare certe menzogne per mantenere il
potere, e addirittura strumentalizza la religione per ottenere certi obiettivi, per
ottenere il dominio su certe parti del mondo, evidentemente questa è un’autorità che
non ha capacità di promuovere la libertà religiosa e di difenderla”.