Ad Haiti l’epidemia di colera continua a colpire la popolazione e prosegue ancora,
tra numerose difficoltà, la fase di ricostruzione dopo il devastante terremoto del
gennaio scorso. Uno dei candidati sconfitti alle contestate presidenziali del 28 novembre
propone, intanto, di tornare alle urne per risolvere la crisi politica. Da Port Au
Prince, Celine Camoin:
Un secondo
turno con i 18 candidati in lizza lo scorso 28 novembre e un rimpasto del Consiglio
elettorale provvisorio: è la proposta avanzata da Michel Martelly, il
candidato arrivato terzo, per uscire dalla crisi. Martelly accusa il
Consiglio elettorale di brogli a favore del candidato governativo, Jude Celestin,
ammesso al ballottaggio insieme con Mirlande Manigat. Intanto, Celestin
ha ufficialmente presentato un ricorso, rivendicando la vittoria al primo turno, con
almeno il 52 per cento dei voti. Dagli Stati Uniti giungono pressioni sul governo
uscente, accusato di non rispettare la volontà popolare, mentre l’organizzazione degli
Stati americani e la comunità caraibica, attivamente coinvolti nel processo elettorale,
avevano giudicato il voto accettabile, nonostante le irregolarità. L’impasse politica
alimenta un clima di incertezza ad Haiti, ma le nuove manifestazioni annunciate finora
non hanno avuto luogo. A favorire la calma è forse l’ondata di maltempo che investe
il Paese, ma che peggiora la situazione dei terremotati e dei malati di colera, responsabile
di 2.323 decessi in circa due mesi.