Buzek chiede all’Iraq di tutelare i cristiani, in risposta ai vescovi iracheni giunti
a Strasburgo
L’Europa aiuti i cristiani dell’Iraq. Con questo messaggio è giunta ieri a Strasburgo
una delegazione di vescovi iracheni, in visita per tre giorni all’Europarlamento e
al Consiglio d’Europa. “Non vogliamo scappare” dal nostro Paese “vogliamo continuare
a viverci ma in pace” ha detto al suo arrivo mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo
di Mossul. “Vogliamo che l’Europa e l’Occidente - ha aggiunto il presule - esercitino
pressioni sul governo iracheno perché vengano garantiti i diritti dei cristiani e
delle minoranze religiose”. “Noi non siamo venuti qui a Strasburgo per chiedere una
crociata di guerra” – ha spiegato stamane mons. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo
di Baghdad - ma per chiedere aiuto nel costruire la pace nella nostra terra”. “I cristiani
dell’Iraq vivono con la paura del futuro”, ha testimoniato ancora mons. Matoka, raccontando
che dopo la guerra contro il regime di Saddan Hussein ed il cambio di regime, “le
difficoltà” per i cristiani “si sono moltiplicate”. Ha auspiscato quindi l’arcivescovo
che l’Unione europea possa “sostenere il governo di Baghdad in questa fase, affinché
dia prova di buona volontà nel proteggere i cristiani”, perché “da solo – ha detto
- il nostro governo non ce la può fare”. Da qui la proposta di mons. Casmoussa, di
“una grande conferenza internazionale, da svolgere in Iraq o, se questo non è possibile,
in Libano, che si occupi della tutela delle minoranze presenti in Medio oriente”.
Presente a Straburgo anche mons. Shlemon Warduni, vescovo di Baghdad dei Caldei il
quale ha affermato che “qualcuno vorrebbe relegare i cristiani dell’Iraq in un’unica
provincia. Ma è una proposta inaccettabile. I cristiani - ha osservato il presule
- devono restare sparsi, in mezzo alla popolazione del Paese, perché, come insegna
il vangelo, siano dappertutto luce del mondo”. Una risposta confortante alle richieste
dei presuli iracheni è arrivata dal presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek,
subito dopo l’incontro ieri con la delegazione. “L’Iraq – ha dichiarato - deve garantire
parità di trattamento a tutti i suoi gruppi religiosi, i cristiani hanno gli stessi
diritti delle loro sorelle e fratelli sunniti e sciiti”. Buzek ha riferito che il
Parlamento europeo è “a conoscenza della terribile situazione dei cristiani in Iraq”,
richiamando quindi alla memoria l’ultima “terribile perdita di vite umane causata
dall’attacco alla cattedrale di Baghdad il 31 ottobre”. Per questo ha assicurato la
delegazione di avere già “invitato l’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine
Ashton, ad affrontare il problema come una questione prioritaria”. Da Baghdad la soddisfazione
del patriarca caldeo, il cardinale Mar Emmanuel III Delly, il quale ha commentato
all'agenzia Sir il messaggio, sinora sottoscritto da 160 eurodeputati, consegnato
oggi a Strasburgo ai vescovi. Nel testo i parlamentari si dicono “determinati a mantenere
relazioni coi cristiani del Medio oriente, a non lasciarli soli, a utilizzare tutti
i mezzi a disposizione per difendere la democrazia, i diritti umani e la libertà di
religione, anche per i cristiani del Medio Oriente”. “Finalmente, dopo tanti anni,
un gesto importante del quale ringrazio tutti” afferma il patriarca che spera che
un simile gesto possa servire alla politica. (A cura di Roberta Gisotti)