Sri Lanka: musulmani e cattolici uniti per salvare la vita di Rizana Nafeek
In Sri Lanka musulmani e cattolici si mobilitano insieme per salvare la vita di Rizana
Nafeek, la cameriera musulmana condannata a morte in Arabia Saudita, accusata dell’omicidio
di un neonato, figlio della padrona per cui Rizana lavorava. Ieri tre moschee del
distretto di Galle, nel sud dello Sri Lanka, hanno ospitato preghiere in onore della
ragazza, e organizzato raccolte di firme da inviare a re Abdullah bin Abdul Aziz Al
Saud, affinché conceda il perdono e salvi la vita della giovane singalese. Ancora
a Galle, venerdì scorso – la Giornata mondiale dei diritti umani – gli imam di altre
tre moschee hanno mostrato la loro solidarietà dedicando qualche minuto della preghiera
del mezzogiorno per la sopravvivenza di Rizana. Inoltre, hanno firmato la petizione
da mandare al re saudita. Nello stesso giorno, - riferisce l'agenzia AsiaNews - molti
cattolici giunti nella chiesa della Madonna addolorata a Jaela (distretto di Gampaha)
per la novena settimanale hanno firmato la petizione “Save Rizan”. Una dichiarazione
dell’Asian Human Rights Commission (Ahcr), rilasciata oggi, ricorda che “Una campagna
dal titolo “Save Rizana”, organizzata da Janasansadaya e l’Ahcr, è stata lanciata
a Galle il 10 dicembre 2010, nella Giornata mondiale dei diritti umani”. Secondo tale
dichiarazione, più di 1.500 persone hanno partecipato a questa campagna. Padre George
Sigamony, direttore nazionale della Caritas dello Sri Lanka, lavora per la liberazione
di Rizana dal 2007. Sin dall’inizio di questo caso, ha fatto appello a tutti i fedeli
cattolici affinché preghino per la salvezza della ragazza. Il presidente dello Sri
Lanka Mahinda Rajapaksa ha chiesto in via ufficiale il perdono per Rizana, secondo
un annuncio diramato dalla segreteria presidenziale. Rizana Nafeek è rinchiusa in
una prigione saudita dal 2005. La singalese, originaria di una famiglia molto povera
del villaggio di Mutur (distretto orientale di Trincomalee), era arrivata in Arabia
Saudita a soli 17 anni – con passaporto falso – per lavorare come cameriera. Se la
condanna sarà confermata dal re, la ragazza potrà essere giustiziata in qualsiasi
momento. (R.P.)