2010-12-13 15:23:25

Pakistan: rischia di aggravarsi la crisi umanitaria


Ad oltre quattro mesi dalle alluvioni che hanno devastato un quinto del territorio del Pakistan, la situazione umanitaria rischia di aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. Nella provincia di Sindh, una delle più colpite, la missione della Camillian Task Force, l'Associazione internazionale di aiuto della Congregazione cattolica di San Camillo, è attiva con progetti di ricostruzione e di distribuzione di tende e vestiti alla popolazione. I medici, già alle prese con la malaria, denunciano il rischio della diffusione del colera tra la popolazione. Sulla situazione Paolo Ondarza ha intervistato il padre camilliano Aris Miranda, da poco rientrato dal Pakistan: RealAudioMP3

R. - A quattro mesi dall’alluvione, sono tornato in tre città pachistane: Faisalabad, Multan e Hayderabat e posso dire che la città di Hayderabat è ancora sotto un metro di acqua. Ci sono ancora tante famiglie che vivono nelle tendopoli. Non sono ancora potute tornare nei loro villaggi e rientrare nelle loro case.

D. Secondo lei, c’è ancora attenzione da parte della Comunità internazionale oppure ha riscontrato che gli aiuti sono diminuiti?

R. - Gli aiuti sono diminuiti! Sono rimaste ancora le bandiere di alcune organizzazioni internazionali, ma il personale non c’è più. Ci sono ancora alcune organizzazioni che operano sul territorio, ma la maggior parte di queste è andata via. Una cosa che mi preoccupa molto è la situazione sanitaria ed i rischi che ci sono per la salute: ho visto tanti bambini ed anche tante donne malati di malaria.

D. - L’arrivo del freddo non favorisce un miglioramento della situazione e sono in aumento i casi di infezioni respiratorie e di malnutrizione: le maggiori e le principali cause di morte dei bambini…

R. - Sì, noi come Camillian Task Force stiamo cercando di aiutare le famiglie da un punto di vista pratico. Le aiutiamo a ricostruire le case. Abbiamo dato loro aiuto, soprattutto di materiali per la costruzione del tetto. Abbiamo fornito loro anche alcune tende.

D. - Tra la gente c’è ancora speranza?

R. – Sì. Ho notato che cresce, in mezzo alla tragedia dell’alluvione la voglia di ricostruire le case attraverso gli strumenti e i materiali dei quali si dispone. E’ per questo che sento in modo molto forte il desidero di aiutare questa gente: in loro ho visto che non c’è soltanto l’attesa di un aiuto, ma stanno già cominciando a rimboccarsi le maniche e ad andare avanti. Da parte loro c’è un grande coraggio per andare avanti e una grande speranza.

D. - C’è qualcosa che attraverso la vostra presenza lì può fare chi si trova, ad esempio, in Italia?

R. - Io andrò il prossimo 27 dicembre e chi vuole aiutare, attraverso la nostra presenza in Pakistan, lo può fare contattando la Camillian Task Force (): c’è un grande bisogno di aiuto! (mg)







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