2010-12-13 15:19:56

Pakistan: rischia di aggravarsi la crisi umanitaria


Ad oltre quattro mesi dalle alluvioni che hanno devastato un quinto del territorio del Pakistan, la situazione umanitaria rischia di aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. Nella provincia di Sindh, una delle più colpite, la missione della Camillian Task Force, l'Associazione internazionale di aiuto della Congregazione cattolica di San Camillo, è attiva con progetti di ricostruzione e di distribuzione di tende e vestiti alla popolazione. I medici, già alle prese con la malaria, denunciano il rischio della diffusione del colera tra la popolazione. Sulla situazione Paolo Ondarza ha intervistato il padre camilliano Aris Miranda, da poco rientrato dal Pakistan:RealAudioMP3

R. - A quattro mesi dall’alluvione, sono tornato in tre città pachistane: Faisalabad, Multan e Hayderabat e posso dire che la città di Hayderabat è ancora sotto un metro di acqua. Ci sono ancora tante famiglie che vivono nelle tendopoli. Non sono ancora potute tornare nei loro villaggi e rientrare nelle loro case.

D. Secondo lei, c’è ancora attenzione da parte della Comunità internazionale oppure ha riscontrato che gli aiuti sono diminuiti?

R. - Gli aiuti sono diminuiti! Sono rimaste ancora le bandiere di alcune organizzazioni internazionali, ma il personale non c’è più. Ci sono ancora alcune organizzazioni che operano sul territorio, ma la maggior parte di queste è andata via. Una cosa che mi preoccupa molto è la situazione sanitaria ed i rischi che ci sono per la salute: ho visto tanti bambini ed anche tante donne malati di malaria.

D. - L’arrivo del freddo non favorisce un miglioramento della situazione e sono in aumento i casi di infezioni respiratorie e di malnutrizione: le maggiori e le principali cause di morte dei bambini…

R. - Sì, noi come Camillian Task Force stiamo cercando di aiutare le famiglie da un punto di vista pratico. Le aiutiamo a ricostruire le case. Abbiamo dato loro aiuto, soprattutto di materiali per la costruzione del tetto. Abbiamo fornito loro anche alcune tende.

D. - Tra la gente c’è ancora speranza?

R. – Sì. Ho notato che cresce, in mezzo alla tragedia dell’alluvione la voglia di ricostruire le case attraverso gli strumenti e i materiali dei quali si dispone. E’ per questo che sento in modo molto forte il desidero di aiutare questa gente: in loro ho visto che non c’è soltanto l’attesa di un aiuto, ma stanno già cominciando a rimboccarsi le maniche e ad andare avanti. Da parte loro c’è un grande coraggio per andare avanti e una grande speranza.

D. - C’è qualcosa che attraverso la vostra presenza lì può fare chi si trova, ad esempio, in Italia?

R. - Io andrò il prossimo 27 dicembre e chi vuole aiutare, attraverso la nostra presenza in Pakistan, lo può fare contattando la Camillian Task Force (): c’è un grande bisogno di aiuto!(mg)

Pakistan: nuove violenze
Ancora violenze in Pakistan, dove un’esplosione ha investito uno scuola-bus carico di alunni alla periferia di Peshawar. Un portavoce della polizia locale ha riferito che l'autista del pullmino è morto sul colpo e almeno due bambini sono rimasti feriti. L'area è considerata uno dei principali bastioni dei Talebani e di 'al-Qaeda' in Pakistan. Di recente è stata teatro di numerosi attacchi dinamitardi.

Afghanistan
Non c’è pace per l’Afghanistan: il prossimo anno i soldati stranieri si troveranno ad affrontare “ancora più violenza” dei talebani rispetto al 2010, che già è stato l'anno più sanguinoso dall'inizio della guerra. Lo ha detto oggi in una conferenza stampa a Kabul il generale Josef Blotz, portavoce dell'Isaf. Ieri, intanto, sei soldati sono stati uccisi da un’autobomba, esplosa all’ingresso di una base militare nella provincia di Kandahar, roccaforte dei ribelli.

Iraq
Ancora violenza in Iraq. Almeno tre persone sono rimaste uccise e oltre 13 ferite in un attentato suicida contro pellegrini sciiti nella provincia irachena di Diyala. Intanto il Partito democratico del Kurdistan nega di aver invocato la secessione del Kurdistan dall'Iraq. Dalla formazione politica fanno sapere che il discorso sull’“autodeterminazione”, pronunciato sabato scorso dal presidente del Kurdistan, Massud Barzani “è stato frainteso”.

Medio Oriente, negoziati israelo-palestinesi
Visita in Medio Oriente dell'inviato speciale americano George Mitchell per colloqui separati con israeliani e palestinesi. Mitchell incontrerà in serata il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mentre domani sarà in Cisgiordania per un colloquio con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas. Scopo della missione di Mitchell, secondo Netanyahu, è di avvicinare le posizioni delle due parti per poter tornare in futuro a negoziati diretti, interrotti dopo la ripresa della costruzione degli insediamenti israeliani nei territori occupati. E il rilancio del negoziato israelo-palestinese sarà al centro della riunione di mercoledì Al Cairo convocata dalla Lega araba, alla quale prenderà parte anche il presidente Abbas. La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno riconosciuto il fallimento dei loro tentativi di convincere Israele a dichiarare una moratoria sui nuovi insediamenti, richiesta dai palestinesi come condizione per riprendere i negoziati diretti. Il segretario di Stato Clinton ha quindi confermato ufficialmente il ritorno a negoziati indiretti attraverso gli Stati Uniti.

Profughi prigionieri nel Sinai: uccisi due diaconi ortodossi
Due diaconi ortodossi, che si trovavano nel gruppo dei 250 migranti tra cui molti eritrei prigionieri nel deserto del Sinai, sono stati uccisi dai trafficanti di uomini che li tengono reclusi da oltre un mese. Ad aggiornare sulla drammatica situazione è ancora una volta l’associazione per la cooperazione e lo sviluppo ‘Habeshia’, in contatto con alcuni dei prigionieri, per la cui liberazione i trafficanti chiedono migliaia di euro. Nello scorso fine settimana, un assistente del ministro degli Esteri del Cairo con delega all’immigrazione ha lanciato accuse contro “i Paesi che non li hanno voluti accogliere”.

Egitto: decine di morti per il maltempo
Almeno 31 persone hanno perso la vita nel nord dell’Egitto a causa dell’eccezionale ondata di maltempo, caratterizzata da piogge forti e tempeste di sabbia. Diversi gli edifici crollati: i corpi di 7 persone sono stati estratti dalle macerie di una fabbrica tessile ad Alessandria d'Egitto. A Tanta, città del delta del Nilo, un bambino è morto e 10 persone sono rimaste ferite nel crollo di un edificio residenziale di cinque piani. Intanto viene trainato verso il porto di Alessandria il mercantile italiano, Jolly Amaranto, con a bordo 21 membri di equipaggio, rimasto per due giorni in balia delle onde mentre sulla zona si abbattevano fortissime raffiche di vento.

Costa d’Avorio
I ministri degli esteri dell’Ue decideranno oggi una serie di misure restrittive alla Costa d'Avorio, a causa del rifiuto del presidente uscente, Laurent Gbagbo, di riconoscere la vittoria del suo rivale, Alassane Ouatarra, nel ballottaggio presidenziale del 28 novembre. Il provvedimento dell’Ue - che non è ancora precisato – si aggiungerà alla sospensione della Costa d'Avorio da tutte le attività dell'Unione Africana e alla condanna del Consiglio di sicurezza dell'Onu che ha annunciato il suo sostegno a Ouattara come presidente eletto. Alle pressioni internazionali perché si faccia da parte, Gabgbo ha reagito con una veemente campagna propagandistica impostata sul nazionalismo. In particolare ha accusato la Francia, ex potenza coloniale in Costa d'Avorio, di un'ingerenza negli affari interni del Paese.

Appello per la fine della crisi ad Haiti
Un appello per mettere fine alla crisi politica ad Haiti, dove non si arresta l’epidemia di colera, è stato lanciato ieri dagli ambasciatori accreditati nel Paese. In un comunicato chiedono di mettere in atto “tutte le misure legali” per arrivare ad una soluzione dopo la contestazione dell’esito del voto del 28 novembre scorso. Un appello in vista della convocazione, oggi, del consiglio elettorale per la verifica dei risultati.

Antartide: affondamento di un peschereccio
Tragedia nelle acque dell’Antartide: almeno sei membri dell’equipaggio di un peschereccio sudcoreano sono morti e altri 17 risultano dispersi a seguito dell’affondamento della loro imbarcazione. Le autorità non ripongono nessuna speranza di ritrovare in vita i pescatori che mancano all’appello, dal momento che gli uomini non avrebbero avuto il tempo di indossare i giubbotti di salvataggio e nelle acque gelide dell'Antartide il tempo di sopravvivenza non supera i dieci minuti.

Francia: liberi i bambini di un asilo sequestrati da uno squilibrato
Dramma a lieto fine per una maestra e quattro bambini presi in ostaggio questa mattina a Charles Fourier di Besançon, nell'est della Francia, da uno squilibrato minorenne armato di due spade. Il sequestratore è stato arrestato dopo essersi arreso alla polizia. I bambini sono usciti dalla scuola mano nella mano e hanno ritrovato i loro genitori. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 347

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