Educazione e dignità umana al centro delle iniziative natalizie dei volontari dell'Avsi
Come ogni anno nel periodo di Natale, tornano in tutt’Italia le iniziative dell’Avsi,
l'Associazione volontari per il servizio internazionale: cene, eventi sportivi, spettacoli,
presentazione di libri per sensibilizzare e raccogliere fondi a sostegno dei 100 progetti
presenti in 38 Paesi del mondo. Educazione e promozione della dignità umana sono in
primo piano per questa organizzazione, che può contare su oltre 12 mila sostenitori
volontari. Il tema scelto per quest’anno è “Le forze che cambiano la storia sono le
stesse che cambiano il cuore dell’uomo”. Ne spiega il significato il segretario generale
dell’Avsi Alberto Piatti, al microfono di Gabriella Ceraso:
R. – Con
questo titolo vogliamo sottolineare, come ha detto Benedetto XVI nel messaggio per
la Giornata per la pace 2009, che è la persona il protagonista dello sviluppo: noi
dobbiamo soccorrere il bisogno che emerge, per arrivare a fare scoprire da un lato
che l’uomo è immagine del Creatore e dall’altro questo desiderio di bene, di bello
e di giustizia che è nel cuore dell’uomo.
D. – Sei i progetti, quest’anno,
sostenuti dalla vostra tradizionale campagna di raccolta fondi e di sensibilizzazione:
“le tende”. Quali sono le urgenze e quali le destinazioni?
R. – Sono
progetti in cui i protagonisti sono le persone. In Kenya, le scuole: per dare un futuro
adeguato a ragazzi che altrimenti non potrebbero andare a scuola; in Libano, un progetto
bellissimo che vede insieme cristiani e musulmani nella gestione delle acque per l’irrigazione
nella piana di Marjayoun, a sud della Valle della Bekaa; una scuola da ricostruire
in Cile e un inizio di università nel martoriato Sud Sudan, sempre che dopo il referendum
di gennaio non succedano ancora scontri armati.
D. – Un altro luogo
protagonista, quest’anno, purtroppo è stata Haiti: avete messo in piedi dei progetti?
R. – Siamo presenti nell’isola dal 1997, quando abbiamo realizzato
l’azienda agricola sperimentale dell’Università cattolica di Les Cayes; quando c’è
stato il terremoto, i nostri volontari presenti sull’isola si sono messi a disposizione
immediatamente; purtroppo,, abbiamo oggi ancora più di 30 mila persone ricoverate
nelle tende e nei campi di fortuna. Speriamo di riuscire, come segno di ripresa, a
costruire un centro educativo proprio in uno dei quartieri più degradati, che è “Cité
Soleil”.
D. – Parliamo delle “tende”: questo vostro modo di informare,
sensibilizzare e anche raccogliere fondi …
R. – Durante quella che chiamiamo
“campagna delle tende” si realizzano 700-800 eventi in tutta Italia, con molta fantasia
– dalla cena al concerto alla presentazione di un libro … Penso che si mobiliteranno
10-12 mila persone. Sicuramente è uno strumento importante per raccogliere fondi,
ma soprattutto per comunicare un’antropologia cristiana dello sviluppo, per incontrare
le persone e farle diventare compagni del nostro cammino. (gf)