2010-12-12 16:11:18

Milano commemora le vittime della strage di Piazza Fontana


41 anni fa alle ore 16.37, una bomba collocata nel salone centrale della Banca nazionale dell’Agricoltura a Milano provocava la morte di 17 persone e il ferimento di altre 80. La prima strage degli anni di piombo sarà ricordata nel pomeriggio con una cerimonia ufficiale, la deposizione di corone e l’omaggio dei familiari a cui è giunta la solidarietà del presidente Napolitano. Assoluzione per gli indagati, militanti di Ordine Nuovo, e nessun procedimento giudiziario in corso: la strage dopo 41 anni rimane impunita. “Ricercare la verità resta un preciso dovere da compiere”, scrive il presidente del Senato Schifani in un messaggio ai familiari delle vittime, che oggi non vogliono polemiche, come spiega al microfono di Gabriella Ceraso il presidente dell’associazione che le riunisce, Carlo Arnoldi:00:02:05:35

R. – Non facciamo intervenire politici, per evitare strumentalizzazioni, noi vogliamo che il dodici dicembre, per lo meno alle 16.30, sia un ricordo dei nostri morti. Vogliamo che sia una commemorazione e che non ci sia, come l’anno scorso, la concentrazione verso gli organi del Comune, della Provincia, della Regione, che a noi non ha fatto per nulla piacere.

D. – La strage di Piazza Fontana è una delle tante ancora incompiute, lo si è detto tante volte, una strage su cui vige ancora il segreto di Stato, sui documenti rimasti custoditi a Catanzaro...Una materia delicata, di recente, l’appello al Quirinale e al governo, proprio sul segreto di Stato. C’è la legge, ma non si riesce a sbloccare, qual è la vostra posizione in merito, e qual è anche il vostro auspicio?

R. – L’appello l’abbiamo fatto tutti insieme, noi, famigliari delle vittime di Brescia, Bologna e tantissime persone. Anche l’anno scorso, il 7 dicembre noi avevamo consegnato al presidente Napolitano una richiesta perché finalmente si possa arrivare agli atti attuativi per poter superare il segreto di Stato. Quest’anno lo facciamo con ancora più forza, non ci aspettiamo di avere delle grosse verità, però sarebbe bello che gli storici, ma anche noi cittadini comuni potessimo arrivare anche ad una verità giudiziaria, dopo che la verità storica è stata scritta da tutti i processi.

D. – Qual’ è, secondo lei, il motivo per cui non si va avanti?

R. – Manca la volontà di fare i decreti attuativi per poter aprire gli armadi, hanno fatto la legge dopo trent’anni, ma non hanno fatto i decreti attuativi.

D. – Secondo i vostri legali, sarebbe possibile riaprire le indagini sulla strage di Piazza Fontana?

R. – La volontà nostra e del nostro legale c’è, ci sono le testimonianze di alcuni pentiti che gli esplosivi usati per Piazza Fontana sono quelli di Brescia, però secondo me non si riaprirà più. Noi, la nostra forza, è quella di andare avanti, parlare con i giovani e cercare di fare capire quello che è successo in quegli anni e che questo non venga dimenticato. (ma)








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