2010-12-12 15:39:20

Consegnati i riconoscimenti del Premio internazionale “Giuseppe Sciacca”


Si è svolta ieri presso la Pontificia Università Urbaniana la cerimonia di consegna del Premio Internazionale “Giuseppe Sciacca”, giunto alla sua IX edizione. Il riconoscimento è intitolato alla memoria di Giuseppe Sciacca, studente di architettura e paracadutista, morto in incidente di volo nel 1986 all’età di 26 anni. “Vincitore Assoluto” per il 2010 è Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, per la sua opera scientifica e umanitaria, portata avanti nell’ombra, lontano dai riflettori mediatici. “Premi Speciali” e una borsa di studio vanno agli orfani dei militari italiani caduti nelle missioni di pace all’estero, ai cileni Andrés Sougarret, ingegnere, ideatore della capsula salvavita per i 33 minatori rimasti intrappolati in una miniera nel deserto di Atacama e Luis Urzua - capo dei minatori e ultimo fra di loro ad essere tratto in salvo - per la testimonianza umana e spirituale offerta nella circostanza; allo statunitense Gary Krupp, fondatore e presidente della Pave the Way Foundation, “avvocato” dell’opera instancabile di Pio XII a favore degli ebrei perseguitati dal Nazismo e ai due esponenti culturali greci, Georgios Pashalidis, autore di testi teatrali e al noto compositore Mikis Teodorakis, per l’apporto recato alla letteratura e alla musica. A ritirare diplomi di merito saranno, inoltre, Roberto e Stefano Calvigioni, autori del libro “Lo sport in Vaticano” (Libreria Editrice Vaticana) e Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, curatore, insieme all’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, di un volume sui 150 anni del quotidiano della Santa Sede. Particolare significato morale e pedagogico riveste infine il Premio “Giovani”, assegnato a tre ragazzi tra i 15 e i 18 anni in custodia presso il Dipartimento Giustizia Minorile per i lavori artistici: due salvadanai, un Vangelo in terracotta e un’opera di scrittura, pittura e design realizzata con materiali di recupero. Per una giornata, infatti, con il permesso dei dirigenti carcerari e dei genitori, i giovani hanno potuto lasciare il carcere e ritirare personalmente all’Urbaniana un premio che ricompensa l’impegno profuso in un’attività di spessore artistico, sociale e umano. (A cura di Marina Vitalini)







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