La visita pastorale di Benedetto XVI alla parrocchia romana di San Massimiliano
Kolbe
Con gioia e trepidazione la comunità della periferia romana di Prato Fiorito si appresta
ad accogliere Benedetto XVI, che domani alle ore 9 celebrerà la Messa nella parrocchia
locale dedicata a San Massimiliano Kolbe. La celebrazione sarà seguita in radiocronaca
diretta dalla nostra emittente, a partire dalle ore 8.50. Sull’attesa dei fedeli di
questo quartiere periferico di Roma, Alessandro Gisotti ha intervistato il
parroco, il sacerdote polacco, don Slawomir Skwierzynski:
R. - Quando
un mese fa ho comunicato ai parrocchiani che avremmo avuto questa grande grazia e
che il 12 dicembre avremmo accolto qui il Santo Padre, in un primo momento c’è stato
un grande silenzio e tutti sono rimasti a bocca aperta. Poi, dopo qualche minuto è
intervenuto il mio vice parroco che ha detto loro: “Ma avete capito che parliamo del
Papa Benedetto XVI?”. C’è stato allora un grande applauso… E’ una gioia enorme per
noi, anche se inizialmente c’è stato un momento di incredulità.
D.
- E’ molto bello anche perché il Papa viene a visitare una parrocchia in un quartiere
di periferia, in un quartiere anche con molte difficoltà?
R. - Sì, abbiamo
diverse difficoltà. Si tratta di un quartiere che è diventato ormai un po’ quartiere-dormitorio:
tanti per arrivare al lavoro, devono uscire la mattina molto presto e tornano soltanto
la sera, anche molto tardi. Ci sono una serie di problematiche e quindi la notizia
che il Papa viene anche nel nostro quartiere, in questa nostra parrocchia, che tra
l’altro è una parrocchia nuova consacrata solo l’anno scorso, è stata sicuramente
una sorpresa. E’ una notizia bellissima, è una grande gioia che è palpabile nel cuore
dei parrocchiani.
D. - Come si stanno preparando i fedeli e cosa le
hanno detto sulle speranze e sulle emozioni di questa visita?
R. - Abbiamo
iniziato subito la preparazione spirituale attraverso la preghiera e l’adorazione
eucaristica, attraverso catechesi e parlando e mettendo in evidenza l’importanza della
figura del Papa, quello che rappresenta e alla necessità di essere uniti, come cristiani
e come Chiesa, alla figura del Papa.
D. - Lei è un giovane sacerdote
polacco: cosa significa per lei essere alla guida di una parrocchia dedicata a San
Massimiliano Kolbe e cosa significa per lei accogliere il Papa in questa parrocchia?
R.
- Devo dire che per me è una emozione enorme, anche perché vivo questo momento molto
intenso e molto ricco dell’esperienza: è infatti soltanto dal 1° settembre che sono
il parroco di questa comunità e, al contempo, sono parroco per la prima volta. In
questi ultimi 3-4 mesi sto vivendo un altro tipo di esperienza con un altro tipo di
responsabilità. In tutto questo, io vedo un grande segno dell’amore di Dio verso questa
comunità, così come la presenza di Maria. Spiego subito il perché di ciò che intendo
dire: appena sono entrato nella comunità di San Massimiliano Kolbe, nel corso di tutte
le Sante Messe abbiamo fatto un atto di consacrazione di tutta la comunità parrocchiale
al Cuore Immacolato di Maria, tanto più che il patrono di questa comunità è San Massimiliano
Kolbe, colui che ha creato anche la Milizia dell’Immacolata…. Ed io ho avuto questo
pensiero di mettere tutta la comunità e quindi tutti i miei parrocchiani sotto la
protezione della Madonna. Per me, a distanza di tre mesi - ossia dal 12 settembre
al 12 dicembre - avere qui il Vicario di Cristo, in questa comunità, in questa parrocchia,
ed incontrarlo proprio il 12 dicembre, che è la memoria liturgica della Madonna di
Guadalupe, è un segno grandissimo! (mg)