2010-12-11 14:09:17

Convegno all'Angelicum sul tema “Santa Sede e Ucraina: per un’Europa cristiana”


Si è svolto ieri, presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma, un convegno di studi sul tema “Santa Sede e Ucraina: per un’Europa cristiana” per iniziativa dell’Ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede e dell’Angelicum. In un comunicato finale si sottolinea che “l’aspetto più visibile del rinnovamento politico e sociale in Ucraina è il sentimento religioso” con la presenza di oltre 35 mila comunità religiose appartenenti a 55 diverse confessioni. Il convegno ha messo in luce come la matrice cristiana possa costituire un punto di forza nel consolidamento della democrazia e nell’apertura all’Occidente. L’Ucraina costituisce il punto di congiunzione fra la cultura occidentale e quella orientale – si è detto nel corso dei lavori – e ciò la rende un Paese altamente strategico nello scacchiere europeo. Nel caso dell’Ucraina la prospettiva religiosa, quella culturale e quella politica risultano strettamente connesse, come evidenziato dall’intervento dell’ambasciatrice di Ucraina presso la Santa Sede Tetiana Izhevska, che si è fatta anche portavoce del ministro degli Esteri Ucraino Kostyantyn Gryshchenko. Con un proprio messaggio scritto, infatti, il ministro ha voluto ricordare come il rapporto spirituale con l’Occidente sia stato storicamente una priorità dei leader nazionali e del popolo ucraino. Anche alla luce di questa vocazione dell’Ucraina si comprende quanto atroce sia stata per il Paese la repressione comunista: « l’avere rinnegato Dio non ha reso più libero l’uomo – ha detto nel suo intervento il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali – lo ha piuttosto esposto a varie schiavitù abbassando la vocazione del potere politico al livello di una forza brutale ed oppressiva ». Oggi, a differenza del processo di laicizzazione che caratterizza molti Paesi Europei, la crescita dell’Ucraina procede di pari passo con il recupero della religiosità, favorito da un sistema costituzionale e legislativo che – come ha spiegato Yuriy Bugutskiy, presidente del Comitato statale ucraino delle religioni e nazionalità - considera espressamente la libertà di coscienza e di organizzazione religiosa come elementi fondanti della nazione. Coltivare la matrice cristiana dell’Ucraina e farla emergere appare tanto più importante in una fase come quella attuale, in cui l’economia e la politica, soprattutto nei Paesi emergenti, seguono spesso logiche lontane da un corretto orizzonte etico. « Questi valori realizzati con fatica, perché composti di una sintesi tra il pensiero greco e romano riletto alla luce della Sacra Scrittura – ha affermato nel proprio intervento il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione Rino Fisichella - in questi ultimi secoli si sono ossidati e rischiano di essere sottoposti a uno struggente logorio non per il passare degli anni, ma per la corrosione di fenomeni culturali e legislativi che minano il tessuto sociale”. Durante il convegno si è svolta anche una tavola rotonda, presieduta dal decano della Facoltà di Diritto Canonico dell’Angelicum, Miroslav Konstank Adam.







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