2010-12-10 15:56:48

Nobel per la Pace a Liu Xiaobo: il diploma sulla sedia vuota per il dissidente cinese in carcere


Si è tenuta oggi ad Oslo la cerimonia di conferimento del premio Nobel per la Pace al dissidente cinese, Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna a 11 anni per “incitazione alla sovversione”. Poco prima del conferimento è arrivato anche un nuovo appello del presidente statunitense Obama per liberazione del dissidente cinese. Tensione a Pechino: nei giorni scorsi oltre 250 attivisti cinesi per i diritti umani sono stati arrestati per evitare che si potessero recare nella capitale norvegese. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il diploma e la medaglia del premio Nobel per la Pace, Liu Xiaobo, sono stati poggiati sulla sedia vuota dove avrebbe dovuto sedersi il dissidente cinese, che sta scontando 11 anni di carcere in Cina per sovversione. Il gesto del presidente del Comitato del Nobel, Thorbjoern Jagland, è il momento culminante della cerimonia di conferimento tenutasi nel municipio di Oslo. Liu “ci ricorda Nelson Mandela” ha poi detto Jagland, nel ricordare che il premio “non viene mai assegnato per offendere”, ma piuttosto per “mettere in relazione diritti umani, democrazia e pace”. Liu “ha solo esercitato i suoi diritti civili, deve essere rilasciato", ha infine esortato il presidente del Comitato unendosi all’appello lanciato pochi minuti prima dalla Casa Bianca per la liberazione dell’attivista cinese. “Merita il Nobel più di me”, ha inoltre sottolineato il presidente americano, Barack Obama. Ma quella del vincitore del Nobel per la Pace 2010, Liu Xiaobo, non è l’unica assenza significativa che si è registrata nella capitale norvegese. La reazione contraria di Pechino, che ha definito il conferimento una “farsa tribale”, ha suscitato un aspro dibattito internazionale. Almeno 19 Paesi, fra cui Russia ed Egitto, non hanno presenziato alla cerimonia per motivi di opportunità politica. La polizia cinese ha invece rafforzato le misure di sicurezza volte a impedire che l'avvenimento venga celebrato da amici e sostenitori di Liu. I siti web di alcuni mezzi di comunicazione internazionali sono inaccessibili da ieri in tutta la Repubblica popolare. Secondo il gruppo Chinese Human Rights Defenders, l'attivista e amico del Premio Nobel, Zhang Zuhua, gli avvocati democratici Li Fangping e Teng Biao, il giornalista Gao Yu e altre decine di persone sono state costrette a lasciare la capitale e vengono sorvegliate a vista. Tuttavia, a Pechino, si è svolta una manifestazione di protesta di fronte alla sede delle Nazioni Unite per chiedere la scarcerazione di Liu Xiaobo.

Wikileaks
Julian Assange è stato messo in cella di isolamento nel carcere di Wandsworth, a Londra. Lo ha reso noto uno dei suoi legali, spiegando che la decisione è stata presa dalle autorità carcerarie per “garantire la sicurezza” del "padre" di Wikileaks. Continua intanto la "cyberguerra" dei sostenitori di Assange, che ieri hanno attaccato i siti di MasterCard e PayPal che avevano bloccato la raccolta fondi pro-Wikileaks. E oggi più di 500 persone hanno manifestato nel centro di Sydney in favore di Assange, scandendo slogan contro il premier Julia Jillard, che aveva descritto il suo connazionale come "un criminale" per aver diffuso i cablogrammi diplomatici Usa. Il governo di Camberra ha inoltre ribadito la sua posizione sulla verso la diffusione di file riservati da parte del sito Wikileaks, dichiarando che è illegale in Australia ottenere o distribuire documenti "classificati". Dalla parte del 39.enne australiano si è schierato invece il premier russo, Vladimir Putin, criticandone l’arresto.

Haiti
Le autorità elettorali di Haiti hanno deciso un riconteggio dei voti alla presenza dei tre principali candidati - Mirlande Manigat, Jude Celestin e Michel Martelly - e di osservatori internazionali. La decisione giunge dopo le violente proteste da parte dei sostenitori di Martelly, seguite all'annuncio martedì sera dei risultati elettorali che eludevano la pop star dal ballottaggio. Fin dal giorno del voto, il 28 novembre, più della metà dei 19 candidati presidenziali hanno chiesto l'annullamento del voto. I risultati che sono stati diffusi vedono al primo posto l'ex first lady, Manigat, con il 31% dei voti, e il candidato governativo, Celestin, al secondo con il 22%. Intanto, arrivano nuove conferme che l’epidemia di colera, che ha provocato più di duemila vittime ad Haiti, è arrivata sull’isola dall’estero verosimilmente attraverso i Caschi blu nepalesi nell’Onu. A sostenerlo è un’equipe di scienziati americani e haitiani in uno studio secondo cui il virus è originario dell’Asia Sudorientale.

Costa d’Avorio
L’Unione Africana ha sospeso dalla sua organizzazione la Costa d’Avorio, dopo che il presidente Gbagbo ha respinto l’invito a riconoscere la vittoria alle recenti elezioni del suo rivale, Ouattara. Gli Stati Uniti minacciano sanzioni. Avvertimenti arrivano anche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, mentre Ouattara ha chiesto all’esercito di passare dalla sua parte. Nella comunità internazionale cresce il timore di disordini.

Iraq
Violenza senza fine in Iraq. In un agguato avvenuto questa mattina a Baghdad, il direttore generale del Ministero per la sicurezza nazionale irachena è stato assassinato da un gruppo di uomini armati, che sono poi riusciti a dileguarsi.

Vertice sul Clima
Sono ore di trattative febbrili a Cancun, in Messico, dov’è giunto alle battute finali il vertice Onu sui cambiamenti climatici. Le delegazioni stanno, infatti, lavorando per giungere ad un accordo che possa dare un seguito al Protocollo di Kyoto. Resta alto tuttavia il rischio che anche questo summit, come quello di Copenhagen di un anno fa, possa, di fatto, fallire.

Egitto, profughi eritrei
Mentre prosegue l’odissea del gruppo di eritrei nelle mani dei predoni nel deserto del Sinai, arriva la prima presa di posizione ufficiale sulla vicenda da parte delle autorità egiziane. Il Ministero degli esteri del Cairo si dice ''sorpreso dalle dichiarazioni attribuite ad alcune parti che non hanno tenuto in considerazione la sofferenza di questi eritrei, cominciata col rifiuto di certi Stati ad accoglierli e che si sono infiltrati in Egitto in modo illegittimo''. Intanto, i profughi hanno riferito di essere stati divisi in piccoli gruppi per sfuggire ai controlli della polizia egiziana, che avrebbe chiesto la collaborazione dei capi tribù locali.

Gran Bretagna, proteste studentesche
In Gran Bretagna, la rivolta degli studenti contro il caro-università è tornata ieri a mettere a ferro e fuoco il centro di Londra: il palazzo del parlamento è stato messo per ore sotto assedio, manifestanti hanno tentato l'irruzione al vicino Ministero del tesoro. Anche la Rolls Royce del principe Carlo e della moglie Camilla è stata presa d’assalto dai manifestanti a Regent Street, mentre i Reali si recavano a una serata di gala. Dodici poliziotti sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, circa 40 i feriti e una decina di arresti anche tra gli studenti. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 344

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.