2010-12-09 14:22:13

Mons. Vegliò: sostanziale fallimento della Convenzione internazionale sulla protezione dei lavoratori


L’arcivescovo Antonio Maria Vegliò interverrà domani al Campidoglio al Convegno “Mattone su Mattone. Un progetto di cooperazione transnazionale tra Italia, Spagna e Filippine”. Nella lectio magistralis, che siamo in grado di anticipare, il presidente del dicastero vaticano per i Migranti e gli Itineranti ribadisce che le politiche migratorie, a livello nazionale e internazionale, “devono tener conto della centralità della persona umana e della sua intangibile dignità”. Per questo, sottolinea mons. Vegliò, “l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali” va riaffermata “indipendentemente dalla situazione migratoria contingente”. L’impegno “nella difesa e nella promozione della dignità umana – avverte il presule – non può essere sottomesso a interessi economici o di sicurezza nazionale”. Del resto, il capo dicastero vaticano parla di un “sostanziale fallimento” della Convenzione internazionale sulla protezione dei lavoratori, giacché quasi tutti i Paesi di destinazione dei flussi migratori non l’hanno sottoscritta. Mons. Vegliò mette l’accento sugli aspetti positivi del nesso tra migrazione e sviluppo, osservando che “le migrazioni internazionali portano trasformazioni economiche positive”.

Al contempo, prosegue il presule, “bisogna notare che la contraddizione fra tentativo di arginare gli arrivi e necessità di giovani lavoratori impone costante attenzione ai temi della sicurezza e della legalità”. Come anche al “contrasto all’immigrazione irregolare, legata anche al traffico di esseri umani, e del contenimento di eventuali comportamenti di intolleranza e di xenofobia”. Il diritto degli Stati alla gestione dell’immigrazione, ribadisce mons. Vegliò, “deve, in ogni caso, prevedere misure chiare e praticabili per gli ingressi regolari nel Paese, vegliare sul mercato del lavoro per ostacolare coloro che sfruttano i lavoratori migranti, mettere in atto misure di integrazione quotidiana”. L’arcivescovo Vegliò chiede agli Stati anche di “contrastare comportamenti di xenofobia, promuovere quelle forme di convivenza sociale, culturale e religiosa che ogni società plurale esige e di distinguere, infine, tra il diritto di emigrare, che non può essere limitato, e il diritto di immigrare, che lo può essere in vista del bene comune”.







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