2010-12-09 14:31:12

I giovani di Taizé in Cile per l’incontro internazionale in America Latina


In un Continente recentemente segnato dalla sofferenza provocata dalle catastrofi naturali, i giovani della comunità ecumenica internazionale di Taizé si ritrovano fino a domenica prossima a Santiago del Cile per condividere nuovi passi del cammino verso la costruzione di un mondo più abitabile per tutti, un mondo di solidarietà e di pace. L'incontro organizzato a Santiago è anche un’occasione per ricordare in particolare nelle preghiere comuni le vittime del sisma dello scorso 27 febbraio, invitando i ragazzi a rafforzare i legami di solidarietà con i fratelli latino-americani. Il “Pellegrinaggio di fiducia per una terra fraterna” è soprattutto un momento per fermarsi, incontrarsi nel silenzio, nella preghiera, nella riflessione, nello scambio. “Tutti noi — spiega fratel Alois, priore di Taizé — percepiamo il bisogno di grandi cambiamenti nel nostro mondo. Le strutture della nostra società e i modelli di pensiero di ieri si rivelano inadeguati e insufficienti per consentire alle persone e ai popoli di vivere insieme nella pace. Ma scopriamo anche che il cambiamento necessario, in particolare una revisione del sistema economico e finanziario mondiale, non può avvenire senza un cambiamento del cuore umano. Ecco, noi vorremmo che l'incontro consenta a ciascuno di intraprendere o di approfondire un tale cambiamento del cuore”. Tre avvenimenti hanno segnato il 2010 del Cile: il terremoto, che ha causato quasi seicento morti, l'inizio delle celebrazioni, il 18 settembre, per il duecentesimo anniversario dell'indipendenza del Paese e l'apprensione e poi i festeggiamenti per la liberazione, dopo settanta giorni trascorsi a settecento metri di profondità, dei trentatré minatori di San José. Il Cile – sottolinea infine l’Osservatore Romano - è “un Paese dai forti contrasti, geografici e sociali, ma profondamente cattolico” e “capace di raccogliersi sotto la stessa bandiera, sia nel dolore che nella gioia provocati da tali eventi, e di riscoprire le proprie radici cristiane”. (A.L.)







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