Pax Christi International consegna il Premio per la Pace 2010 a mons. Louis Sako
Il Movimento cattolico internazionale Pax Christi consegna oggi a Parigi, presso la
sede della Conferenza episcopale francese, il Premio per la Pace 2010 a mons. Louis
Sako, arcivescovo cattolico di Kirkuk, tra i “più convinti difensori delle minoranze
in pericolo in Iraq”. Il riconoscimento è anche un incoraggiamento per i costruttori
di pace nel Paese arabo, continuamente scosso - come ha anche ricordato il Papa domenica
scorsa all’Angelus - da attentati contro cristiani e musulmani. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Il Premio
per la Pace 2010 è stato conferito a mons. Louis Sako per il suo prezioso contributo
“nel difficile processo di pace e democratizzazione dell’Iraq”. Il futuro del Paese
arabo, visitato nel 2009 da una delegazione di Pax Christi International, è legato
anche all’impegno di quanti “aiutano il popolo iracheno nella ricerca della riconciliazione”.
Il Premio intende quindi incoraggiare “gli artigiani della pace” a proseguire “la
loro azione per il bene dell’Iraq e di tutta la regione”, come conferma proprio mons.
Louis Sako:
R. - Penso che questo Premio non sia unicamente
per me, ma sia per l’Iraq, che si trova a vivere questa difficile situazione. Ed è
anche per i cristiani dell’Iraq. Senza il dialogo, senza questa cultura e questa apertura
verso la pace e il rispetto dell’altro, non ci sono soluzioni! Ci sono solo barriere.
Questo Premio arriva alla vigilia del Natale ed anche i nostri fratelli musulmani
hanno festeggiato “īd al-aḍḥā” - festa del sacrificio:
per noi il Natale è la festa della pace e il messaggio del cielo è “pace in terra”.
La pace è un’esigenza imprescindibile della nostra vita, è un bisogno. Siamo tutti
chiamati ad essere costruttori di pace. Questo premio invita tutti i cristiani e tutti
gli iracheni a realizzare la pace, a promuovere la stabilità. Senza pace non c’è vita,
non c’è libertà, non c’è dignità!
D. – Dunque un Premio, un riconoscimento
da parte di Pax Christi che è anche segno di fiducia e di speranza per il futuro del
Medio Oriente…
R. – Senz’altro. In questo tempo di forte tribolazione
noi siamo provati, nella nostra vita e nella nostra fede e questa vicinanza ci dà
nuovo impulso, ci dà forza. (mg)