2010-12-08 14:08:36

Il cardinale Vallini e il sindaco Alemanno celebrano i 50 anni dell'Istituto Massimo nel quartiere romano dell'Eur. La testimoniaza di un alunno illustre: Mario Draghi


L’Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti commemora in questi giorni, con una serie di eventi, i suoi cinquant’anni di presenza nel quartiere Eur di Roma. Questa mattina, in particolare, il cardinale vicario Agostino Vallini ha presieduto una celebrazione eucaristica, consacrando la scuola a Maria Immacolata, nell'odierna Solennità. Tante le personalità presenti alla Messa, tra cui diversi ex alunni diventati illustri protagonisti della vita civile, a testimoniare – ha sottolineato il cardinale Vallini nella sua omelia – i positivi effetti della pedagogia ignaziana. Il porporato ha poi rivolto un energico invito a tutta la comunità scolastica ad avere il coraggio di non abbassare il livello dei propri sogni dei propri ideali. Impegnatevi – ha detto – nello studio e nella formazione intellettuale senza fuggire la ricerca del vero, del bene e del bello, perché il Massimo non sia un felice ricordo, ma linfa spirituale di vita buona. Nonostante le vicissitudini del tempo viviate come testimoni dei valori più importanti che la scuola vi ha trasmesso. A seguire il sindaco Gianni Alemanno ha scoperto una targa simbolo della prima pietra dell'istituto, di cui è stato ricordato il prezioso contributo per l’educazione dei giovani. Allievo dell’Istituto Massimo, è stato anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che ricorda al microfono di Antonella Palermo con quale stato d’animo ha vissuto quegli anni di formazione:RealAudioMP3

R. - Lo stato d’animo è di profonda gratitudine, perché all’insegnamento classico tradizionale si accompagnava l’educazione religiosa. Ricordo in particolare la dedizione dei padri gesuiti, l’attenzione con cui seguivano l’educazione degli alunni. Ricordo anche le molte amicizie e poi, alcune di queste, sono durate una vita. Quindi i ricordi sono antichi, ma sono anche molto vivi.

D. - A suo parere qual è il segreto, la “ricetta” dell’educazione dei gesuiti?

R. - Quello che posso dire è come ricordo questa educazione: un’educazione fatta di un insegnamento di qualità eccellente, che si accompagnava all’insegnamento della religione, anch’esso fatto con la stessa serietà, con la stessa attenzione dell’insegnamento tradizionale. Quindi, standard di eccellenza, ma insieme anche un messaggio morale, che pervadeva un po’ tutta la giornata che si passava a scuola: il messaggio che le cose andavano fatte al meglio delle proprie possibilità, che l’onestà è importante, ma poi, soprattutto, che tutti noi eravamo speciali in qualche modo, non tanto perché andassimo al “Massimo”, ma speciali come persone. Tutti noi, al di là di quello che potevamo fare come scolari, come alunni, al di là di quanto noi potessimo apprendere, avevamo, come dire, un compito nella vita, un compito che poi il futuro, la fede, la ragione, la cultura, ci avrebbero rivelato. (ma)







All the contents on this site are copyrighted ©.