2010-12-07 14:13:59

Gli insegnamenti di Benedetto XVI sull’Immacolata: essere umili come Maria nell’affidarci alla volontà di Dio


Domani, nella Solennità dell’Immacolata Concezione, Benedetto XVI reciterà l’Angelus in Piazza San Pietro alle ore 12. Quindi, alle ore 16, si recherà in Piazza di Spagna per il tradizionale atto di Venerazione dell’Immacolata. Il Pontefice sarà accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini, e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcune riflessioni del Papa sul mistero dell’Immacolata Concezione di Maria:RealAudioMP3

Maria è la donna che ha detto “sì” al bene e “no” al male. Benedetto XVI ci invita a guardare con fiducia alla Vergine, la fanciulla che ha avuto il coraggio di rifiutare gli inganni del potere e del piacere e si è invece affidata a Dio, al suo amore infinito. Ma perché Dio ha prescelto Maria per generare il suo Figlio Unigenito? Perché, si chiede il Papa, “tra tutte le donne, Dio ha scelto proprio Maria di Nazaret?”:

“La risposta è nascosta nel mistero insondabile della divina volontà. Tuttavia c’è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà. Lo sottolinea bene Dante Alighieri nell’ultimo Canto del Paradiso: ‘Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d’eterno consiglio’… Sì, Dio è stato attratto dall’umiltà di Maria, che ha trovato grazia ai suoi occhi”. (Angelus, 8 dicembre 2006)

Il mistero dell’Immacolata Concezione, osserva il Pontefice, ci mostra la vittoria della grazia di Cristo sul peccato originale. Una vittoria che avviene grazie al “sì” di Maria:

“Satana ai primordi della creazione sembra avere la meglio, ma verrà un figlio di donna che gli schiaccerà la testa. Così, mediante la stirpe della donna, Dio stesso vincerà. Quella donna è la Vergine Maria, dalla quale è nato Gesù Cristo che, con il suo sacrificio, ha sconfitto una volta per sempre l’antico tentatore. Per questo, in tanti dipinti o statue dell’Immacolata, Ella è rappresentata nell’atto di schiacciare un serpente sotto il suo piede”. (Angelus, 8 dicembre 2009)

Ecco perché, afferma il Papa, la festa dell’Immacolata ci invita ad avere speranza, anche “nelle prove della vita”, anche nelle tempeste che ci fanno vacillare:

“Cari amici, che gioia immensa avere per madre Maria Immacolata! Ogni volta che sperimentiamo la nostra fragilità e la suggestione del male, possiamo rivolgerci a Lei, e il nostro cuore riceve luce e conforto”. (Angelus, 8 dicembre 2009)

Al tempo stesso, Benedetto XVI ribadisce che Maria è Madre della Chiesa, come ha proclamato solennemente il Concilio Vaticano II. La Chiesa, constata il Papa, “anche se esposta agli influssi negativi del mondo, trova sempre in Lei la stella per orientarsi e seguire la rotta indicatale da Cristo”. E ci esorta dunque a seguire l’esempio di Maria, a trovare la vera libertà:

“L'uomo che si abbandona totalmente nelle mani di Dio non diventa un burattino di Dio, una noiosa persona consenziente; egli non perde la sua libertà. Solo l'uomo che si affida totalmente a Dio trova la vera libertà, la vastità grande e creativa della libertà del bene. L'uomo che si volge verso Dio non diventa più piccolo, ma più grande, perché grazie a Dio e insieme con Lui diventa grande, diventa divino, diventa veramente se stesso. L'uomo che si mette nelle mani di Dio non si allontana dagli altri, ritirandosi nella sua salvezza privata; al contrario, solo allora il suo cuore si desta veramente ed egli diventa una persona sensibile e perciò benevola ed aperta”. (Messa per l’Immacolata, 8 dicembre 2005)

Sulla Solennità dell’Immacolata, e in particolare sul legame tra Giovanni Paolo II e la Vergine Maria, Emanuela Campanile ha intervistato mons. Giacomo Martinelli, delegato per la Consulta giovanile della Pontificia Accademia dell’Immacolata:RealAudioMP3

R. - Giovanni Paolo II - che come tutti sanno aveva come motto il “totus tuus”, cioè aveva completamente consegnato sua vita e la sua volontà nelle mani di Maria - era convinto che - come del resto è nella sua stessa tradizione polacca - che se la vittoria della Chiesa verrà, verrà attraverso il cuore di Maria, attraverso Maria. Ed intendeva esattamente questo: come Maria collima totalmente nella sua volontà con la volontà di Dio - perché in lei non c’è stata nessuna “negatività” o come direbbe Benedetto XV, nessuna goccia di veleno che la separava dalla volontà di Dio - se anche, noi guidati da Maria, ci consacriamo a lei, diventiamo capaci di corrispondere come lei alla volontà di Dio. In questo senso, passa attraverso di noi quella forza dello spirito, che poi è la fonte per ogni vera evangelizzazione ecclesiale. Chi più di Maria aveva questa intimità con Cristo? Perciò alla sua scuola, noi possiamo ricevere quella forza - anche se, purtroppo, in questi ultimi decenni sembra talvolta essere in difficoltà l’efficacia pastorale della Chiesa - e proprio ritornando a Lei, imparando da Lei il metodo del “totus tuus”, della consacrazione a lei. Può diventare una strada, una strada decisiva per rinnovare la nuova evangelizzazione. Perciò, ogni generazione ha l’assoluta necessità di approfondire le ragioni non solo intellettuali del suo vivere, ma anche di purificare in una vita di offerta della propria libertà - quindi di sacrificio, di croce, di rinuncia - per scoprire sempre di nuovo e sempre più profondamente che senza questa potenza dello Spirito Santo - che per prima ha ricevuto la Vergine, fin dall’Annunciazione - noi non possiamo essere più forti del maligno. In questo senso, non si finisce mai di approfondire l’amore, perché si cresce sempre, mano a mano che si cresce nell’amore per Cristo. (bf)







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