2010-12-07 14:58:07

Assisi, chiusura del centenario dell’elevazione di Santa Maria degli Angeli a Basilica Patriarcale e Cappella papale


La comunità dei Frati Minori d'Assisi conclude oggi le celebrazioni per la chiusura del centenario dell’elevazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Basilica Patriarcale e Cappella papale. Una festa particolarmente sentita per i religiosi, come spiega al microfono di Chiara Pagano il custode della Basilica, padre Fabrizio Migliasso:RealAudioMP3

R. – Il 7 dicembre del 1910, con la consacrazione del nuovo altare della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, otteniamo il titolo per la nostra chiesa di Basilica Patriarcale e Cappella papale, che San Pio X, Sommo Pontefice, aveva dato nel 1909, esattamente l’11 aprile. Per questo, concludiamo questo anno centenario con questa memoria, con questa festa.

D. – Qual è il significato dell’odierno appuntamento, dal titolo “La Santa Sede e la Basilica papale di Santa Maria degli Angeli”?

R. – Scrive San Francesco nella Regola bollata, che noi professiamo: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiede al Signor Papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. Ed egli la concesse e la confermò, per lui e per i suoi frati, presenti e futuri. Frate Francesco, e chiunque sarà a capo di questa ‘religione’, promette obbedienza e reverenza al Signor Papa Innocenzo e ai suoi successori.

D. – Come vivete voi francescani l’obbedienza al Romano Pontefice?

R. – Questo è stato uno dei capisaldi dell’esperienza iniziale di San Francesco. Allora, uno dei rischi era quello di cadere nei gruppi ereticali e Francesco, sin dall’inizio, ha voluto mettersi in obbedienza, chiedere al Santo Padre di verificare il suo stato di vita. Mi piace citare una frase che ritroviamo nella "Vita prima" di Tommaso da Celano, uno dei biografi di San Francesco, di quando Innocenzo III dà l’approvazione appunto a Francesco di poter predicare, e dice: “Andate con Dio fratelli e, come Egli si degnerà di ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Quando il Signore Onnipotente vi farà crescere in numero e grazia ritornerete lieti a dirmelo ed io vi concederò con più sicurezza altri uffici più importanti”. A noi sembra oggi di voler continuare questo mandato di Innocenzo III, annunciando il Vangelo della misericordia, il Vangelo della conversione a tutte le creature. Prima di tutto agli uomini, in ogni condizione, in ogni situazione sociale – dai poveri ai ricchi – e soprattutto in una società dove forse si sta perdendo anche questo punto di riferimento. Quindi, un legame con la Santa Sede come successore di Pietro e, quindi, colui che ci conferma e ci custodisce anche in questo mandato di evangelizzazione, che nasce appunto da Innocenzo III. (ap)







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