Pakistan: si allungano i tempi processuali per Asia Bibi
Natale in carcere per Asia Bibi, dopo che l’Alta Corte di Lahore oggi ha prolungato
la sospensione della pena per la donna cristiana condannata a morte per blasfemia
fino al 23 dicembre. Lo stesso giorno la Corte dovrebbe poi annunciare la data della
prima udienza del processo di appello. “Sarà un Natale in cui tutti i cristiani del
Pakistan ricorderanno e pregheranno per Asia e per la sua famiglia. Mentre la politica
fa i suoi giochi, c’è una vittima innocente che soffre in carcere e dei bambini senza
una madre”, ha commentato Haroon Barket Masih, responsabile della “Fondazione Masihi”,
che si prende cura della famiglia e garantisce assistenza legale, notando che “il
processo di appello si prevede possa durare circa un anno”. La Corte ha inoltre ordinato
al governo del Pakistan di “non emendare la legge sulla blasfemia prima della decisione
finale del processo su Asia Bibi”. Quest’ultima indicazione ha suscitato la contrarietà
di avvocati, politici esponenti della società civile che denunciano un’evidente interferenza
della magistratura sulle prerogative del Parlamento e del governo, che detengono il
potere legislativo ed esecutivo. In molti definiscono l’ordinanza dell’Alta Corte
“inammissibile, foriera soltanto di confusione di conflitto di poteri: la Corte non
può condizionare in alcun modo il lavoro del Parlamento o del Governo”. Gli esponenti
della società civile sentiti dall'agenzia Fides avvertono inoltre che “il caso di
Asia Bibi si sta politicizzando, e, da un lato, vi sono tentativi di inserirlo in
dispute politiche o in tatticismi; dall’altro è in atto una grossolana strumentalizzazione
dei gruppi radicali islamici”. Ieri infatti a Islamabad, gli attivisti radicali della
Jamaat-e-Islami hanno manifestato dinanzi al Parlamento, chiedendo al governo di occuparsi
dei “problemi reali del Paese” e di lasciar perdere la revisione della legge sulla
blasfemia. Intanto l’opera della Commissione incaricata dal Presidente Zardari di
rivedere la legge sta per iniziare e, come dicono autorevoli fonti di Fides
nel governo del Pakistan “la Commissione conta di esprimere un risultato e una proposta
di revisione entro tre mesi”. Secondo dati ufficiali diffusi oggi dalla stampa pakistana,
sono 130 le persone in carcere per blasfemia nelle diverse prigioni del Punjab. Di
questi, 64 sono stati condannanti, mentre 52 sono sotto processo. Dei condannati,
12 (fra i quali Asia Bibi) sono condannati a morte mentre altri scontano l’ergastolo
o altre pene. Solo otto sono i cristiani, i restanti 122 sono musulmani. (M.G.)