Celebrati ieri i funerali del cardinale Michele Giordano, arcivescovo emerito di Napoli
Migliaia di persone hanno partecipato ieri pomeriggio a Napoli, nella Basilica dell’Incoronata,
ai funerali del cardinale Michele Giordano, arcivescovo emerito del capoluogo partenopeo,
spentosi la notte di giovedì scorso. In un telegramma inviato all'arcivescovo di Napoli,
cardinale Crescenzio Sepe, il Papa ha espresso il proprio cordoglio per la morte del
porporato che – scrive il Santo Padre - “ha servito generosamente il Vangelo e la
Chiesa” attraverso un’“intensa opera pastorale”. A presiedere il rito funebre il cardinale
Crescenzio Sepe che, al microfono di Adriana Masotti, ricorda da quali
passi biblici sia stata orientata la sua omelia:
R. - Nell’omelia,
partendo anzitutto dai passi biblici che leggiamo sul Buon Pastore, ci siamo domandati
chi è il Buon Pastore? Chi è il vescovo? Colui che è assimilato sacramentalmente a
Cristo Sacerdote, che agisce come Cristo ha agito e come il Buon Pastore incarna Cristo
nell’oggi della Chiesa e lo sa annunziare con gioia, con fedeltà, anche quando costa.
Il Buon Pastore sa portare anche sulle sue spalle quelle pecore che si perdono, conosce
le pecore per nome, sa dialogare con loro. Tutto questo è stato il cardinale Giordano
in quella che è stata l’attività pastorale nelle varie diocesi che ha servito e poi
soprattutto a Napoli. Nella celebrazione, abbiamo ricordato la sua costante e instancabile
azione missionaria che ha visto crescere la nostra Chiesa nell’amore verso Cristo.
Una Chiesa che gravita nella sua azione pastorale, che è impegnata nella comunità
territoriale, che è aperta all’ascolto e che è sensibile a tutte le aspettative -
molto particolari - del nostro Popolo di Dio, proprio perché attenta alle problematiche
anche sociali, che spesso accompagnano e rendono difficile poi questa stessa azione
pastorale. Importanti poi i suoi scritti che rappresentano una testimonianza di un’attività
e di un indirizzo pastorale che si è rivolto soprattutto alle parrocchie, alle comunità
religiose, al laicato per incarnare la Parola di Dio in questa nostra realtà. Il cardinale
Giordano è stato un testimone, alle volte silenzioso e alle volte anche sofferente,
di questa realtà che oggi ha lasciato in eredità a noi.
D. - Cardinal
Sepe, c’è qualche elemento o una caratteristica della persona e dell’opera del cardinale
Giordano che ha lasciato particolare traccia nella sua attuale azione pastorale a
Napoli?
R. - Sì, soprattutto l’impegno che ha messo nell’azione pastorale
riguardante specificatamente la famiglia e i giovani: un’azione che è stata anche
molto apprezzata, che è stata molto incisiva e che ha lasciato dei semi che stiamo
cercando di far crescere e di sviluppare anche nella nostra azione pastorale. (mg)