Scuole cattoliche a rischio chiusura in Indonesia: il governo di Jakarta vuole chiedere
il ritiro degli insegnanti statali dalle scuole cattoliche, costringendo le fondazioni
a pagare a sue spese lo stipendio di nuovi docenti. Se il progetto andrà in porto,
le scuole delle aree più isolate e povere rischiano di dover chiudere per bancarotta.
Le famiglie degli studenti, infatti, non sarebbero in grado di sostenere delle rette
elevate, sufficienti a pagare nuovi insegnanti. Educatori cattolici, dirigenti scolastici
ed esperti hanno manifestato ad AsiaNews forti preoccupazioni. Budijuwono Onggobawono,
direttore operativo della scuola cattolica Saint John di Tangerang (provincia di Java),
spiega: “Per nessuna scuola non statale è possibile sostituire un insegnante all’improvviso.
Oltretutto, un altro problema è il loro pagamento”. Lo Stato garantisce alle scuole
statali un pacchetto di aiuti finanziari chiamato Bantuan Operasional Sekolah.
Per le scuole private invece non è previsto niente, e l’unica fonte di finanziamento
per le attività scolastiche proviene dai genitori degli studenti. Nel corso degli
anni, il ministero della Pubblica istruzione ha praticato questa politica: “prestare”
i suoi insegnanti alle scuole cattoliche, come aiuto all’istruzione privata. La Costituzione
indonesiana, del 1945, prevede infatti che lo Stato si prenda le sue responsabilità
nell’educazione dei cittadini. Con questo spirito il Ministero mandava i docenti “in
missione” in una scuola non statale, provvedendo al loro stipendio come se lavorassero
in strutture statali. “Tale proposta è contraria alla nostra Costituzione”, ha commentato
la scorsa settimana Sulistiyo, capo dell’Associazione degli insegnanti indonesiani
(Pgri), accusando lo Stato di praticare un atteggiamento discriminatorio tra scuole
pubbliche e non statali. E Iwan Hermawan, segretario generale dell’Associazione degli
insegnanti indipendenti ha aggiunto: “Se questo piano sarà applicato, è certo che
decine di scuole non statali finiranno in bancarotta, e dovranno chiudere”. Un esperto
di educazione cattolica, che preferisce rimanere anonimo, ha dichiarato all’agenzia
del Pime: “Il problema principale risiede nella National Education Law, secondo
a quale il governo è autorizzato a essere responsabile solo delle scuole statali.
Quindi, bisognerebbe presentare un ricorso per modificare la legge”. Fratel Frans
Sugi, della fondazione cattolica Pangudi Luhur, ha dichiarato: “Al momento
non siamo ancora stati informati in maniera ufficiale dalle autorità su questa delicata
questione. Ma se la proposta sarà messa in pratica, saremo costretti a trovare 80
nuovi insegnanti”. La fondazione di fratel Sugi è gestita dai fratelli della Fratris
Immacolata Conceptionis (Fic), una prestigiosa Congregazione cattolica con più
di 1500 insegnanti distribuiti in decine di scuole in tutto il Paese. (M.G.)