2010-12-04 11:30:12

Messaggio dell'episcopato della Patagonia: dalla famiglia parte la ricostruzione della società


Un invito a valorizzare il matrimonio e la famiglia è stato rivolto dai vescovi della regione della Patagonia-Comahue ai fedeli argentini in occasione del Natale. Lo riferisce L’Osservatore Romano. "Ogni anno il Natale si presenta con un messaggio semplice, ma sempre nuovo. Semplice perché ci porta la buona novella che un bambino è nato, un fatto di tutti i giorni, di tutte le ore. Nuovo — prosegue il messaggio dei presuli — perché ogni bambino è unico, ha potenzialità e caratteristiche proprie, un suo futuro. Ogni bimbo è un dono per gli altri, per la sua famiglia, la patria, la Chiesa e l'umanità. Ogni bambino è una novità per la storia. E quel bambino che nasce è il Figlio di Dio che si fa uomo, anche se piccolo e fragile, porta con sé una novità che trascende qualsiasi calcolo umano". I presuli argentini hanno sottolineato che «le celebrazioni del bicentenario del nostro Paese (25 maggio-9 luglio 2016) le abbiamo avviate con la speranza di poter segnare in maniera profonda l'inizio del terzo millennio e la direzione della nostra patria. Come Chiesa ci siamo proposti di contribuire a creare una società senza esclusi, nella giustizia e nella solidarietà. Vi invitiamo a immaginare una società così, in cui tutti possiamo sentirci responsabili della realizzazione di un progetto che non esclude nessuno, né per la sua cultura, né per i suoi mezzi economici, né per la sua religione o per il suo sesso, che propone nella verità una convivenza piena, resa possibile e trasformata dal bambino che nasce». I presuli ribadiscono l'importanza del matrimonio e della famiglia come prima fondamentale istituzione della società, lo Stato con l'autonomia dei suoi poteri, le scuole e le università che sono educatrici delle persone e il lavoro che nobilita l'uomo e lo completa. "Gesù — hanno aggiunto i vescovi — nasce per rivelarci e manifestarci con la sua vita e la sua parola la buona novella che Dio è Padre, un Padre buono che vuole il meglio per ogni uomo e donna. Lui vuole la felicità piena e vera. Ma non in un contesto magico. Dio, attraverso Gesù Cristo, entra in dialogo con noi, ci propone il suo piano, ci invita a farlo nostro con una partecipazione libera e impegnata. Il Natale è inizio e invito di tutto ciò. Gesù, per primo, accetta, fa suo il disegno d'amore del Padre e ci dona la sua grazia in modo che possiamo accettarlo e viverlo. L'intera vita di Gesù è un ascolto costante del Padre, della sua parola, del suo amore. Gesù — concludono i vescovi — afferma che in ogni istante nella volontà del Padre c'è la vita piena. Egli percorre questo cammino di pienezza fin dalla nascita, partecipando attivamente alla sua società e alle istituzioni che la formavano. Visse in una famiglia, si unì alla sinagoga e al tempio con tutto ciò che di religioso e civile avevano. Visse la situazione sociale e politica del suo popolo in modo critico, e a partire dal progetto di felicità del Padre ha contribuito al rinnovamento di quelle istituzioni".








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