I vescovi Usa: il Congresso sblocchi la legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati
irregolari
I vescovi degli Stati Uniti chiedono di sbloccare la cosiddetta Dream Act, la legge
che, se approvata, permetterebbe ai figli di immigrati irregolari di diventare cittadini
statunitensi a patto di frequentare l’università o di arruolarsi nell’esercito. La
misura inserita in un progetto di legge sulla spesa della difesa e che doveva conquistare
all’Amministrazione Obama l’appoggio dell’elettorato latino per le elezioni di medio
termine del 4 novembre scorso, è rimasta lettera morta a causa dell’opposizione dei
Repubblicani, con il risultato che figli degli immigrati, finito il liceo, sono destinati
a rimanere bloccati in quel limbo legale cui sono condannati i loro genitori. Per
i vescovi l’approvazione della legge Dream (acronimo di “Development, Relief, and
Education for Alien Minors”, corrispondente alla parola “sogno” in inglese) è invece
“la cosa giusta da fare”. Così si esprime una lettera ai membri del Congresso firmata
da mons. José Gomez, presidente della Commissione per i migranti della Conferenza
episcopale (USCCB). “Con l’approvazione di questa legge possiamo accogliere una nuova
generazione di americani che un giorno diventeranno i leader della nostra nazione”,
si legge nella missiva. Rispondendo alle obiezioni di chi accusa i promotori dell’iniziativa
di voler introdurre un’amnistia per tutti gli immigrati irregolari, i vescovi invitano
a non trascurare il fatto che queste persone sono entrate irregolarmente negli Stati
Uniti insieme ai loro genitori quando erano minori e quindi non per loro volontà:
“Al loro posto avremmo tutti fatto lo stesso”, scrivono. Inoltre, sottolinea la lettera,
si tratta di “giovani con un incredibile talento ed energia che aspettano l’opportunità
di mettere questo talento a disposizione della nazione. Sarebbe quindi folle negargli
questa opportunità”. Di qui l’appello ad accelerare l’iter legislativo del provvedimento:
“Ci sono momenti in cui una proposta deve essere varata semplicemente perché è la
cosa giusta da fare e questo è uno di quei casi. La Dream Act – conclude la missiva
– è una soluzione pratica, giusta e compassionevole per migliaia di giovani nel nostro
Paese che vogliono semplicemente realizzare le loro potenzialità e contribuire al
benessere del Paese”. (A cura di Lisa Zengarini)