Due morti in Costa D’Avorio per gli scontri post-elettorali
Due morti in Costa D’Avorio per gli scontri post elettorali. La comunità internazionale
riconosce la vittoria di Quattara, ma il presidente uscente Gbagbo non lascia il potere.
Cresce la tensione in Costa D’Avorio, almeno due morti ad Abidjan per gli scontri
della notte scorsa in un quartiere popolare della capitale. I disordini sono scoppiati
dopo che il Consiglio costituzionale ha dichiarato vincitore del secondo turno delle
presidenziali di domenica scorsa il capo di Stato uscente Gbagbo, rovesciando i risultati
diffusi dalla Commissione elettorale che invece aveva assegnato la vittoria al candidato
dell’opposizione, Ouattara. Intanto, dopo l’Onu, gli Stati Uniti e l’Unione Europea,
anche il presidente francese Sarkozy ha lanciato un appello alla calma e ha chiesto
al Paese africano di riconoscere “l’incontestabile vittoria” dell’ex primo ministro
Quattara.
Spagna In Spagna, il governo ha decretato lo stato di allerta
nel Paese in seguito al caos negli aeroporti provocato dallo sciopero dei controllori
di volo proclamato ieri. La misura, adottata dopo una riunione straordinaria del Consiglio
dei Ministri, prevede l’arresto per quanti si rifiuteranno di lavorare. Il controllo
dello spazio aereo passa inoltre nelle mani dell’esercito. Diverse compagnie, intanto,
hanno già annunciato la cancellazione dei voli fino alle sei di domani mattina. Inevitabili
le ripercussioni anche in altri Paesi. Lo sciopero è frutto di una dura vertenza sugli
orari di lavoro e sul progetto di privatizzare alcuni rami del settore. L’esecutivo,
attraverso il vice premier Rubalcaba ha ribadito che si tratta di un conflitto con
una corporazione professionale che “sottopone a ricatto i cittadini per conservare
i suoi privilegi intollerabili”.
Italia Tra le forze politiche italiane
è ormai scontro aperto in vista del voto di fiducia di Senato e Camera in programma
il 14 dicembre. Ieri, Futuro e Libertà, Udc e Alleanza per l’Italia hanno presentato
una mozione comune contro il governo. Ma il premier Berlusconi è convinto di avere
ancora la maggioranza e nello stesso tempo afferma che è irresponsabile aprire la
crisi. Intanto il Capo dello Stato Napolitano ribadisce le sue prerogative in caso
di crisi. Il servizio di Giampiero Guadagni:
Si avvicina
il 14 dicembre, giorno davvero decisivo: c’è il voto di fiducia del Parlamento; e
la pronuncia della Corte costituzionale sul legittimo impedimento, cioè sulla possibilità
di sospendere i processi per le più alte cariche dello Stato durante il loro mandato.
E così, nel terreno di battaglia della politica italiana non c’è davvero un minuto
di tregua. Battaglia alimentata anche dai documenti americani riservati pubblicati
dal sito Wikileaks e che per ora riguardano il presidente del Consiglio in carica.
L’era di Berlusconi è ormai alla fine, sostengono dall’opposizione Pd e Italia dei
valori. Mentre l’Udc di Casini, i finiani di Futuro e libertà e l’Api di Rutelli hanno
presentato ieri una mozione di sfiducia al Governo, raccogliendo 85 firme. Considerando
anche le altre mozioni di sfiducia, dovrebbero essere in tutto 317 i deputati contrari
a questo esecutivo. Governo che ormai non c’è più, commenta il presidente della Camera
Fini. Che spiega: non è vero che il Terzo Polo vuole fare patti con la sinistra. Fli
piuttosto vuole costruire il nuovo centrodestra. Una prospettiva inesistente, secondo
Berlusconi, convinto di uscire dal voto del 14 dicembre ancora con una maggioranza.
Altrimenti, dice, la strada è quella delle elezioni anticipate. Ma secondo Fini, dopo
il voto del Parlamento non ci sarà comunque il ritorno alle urne perché, sostiene
la terza carica dello Stato, Napolitano sa cosa deve fare. Una frase, quella di Fini,
che ha suscitato le reazioni del Pdl. Alcune anche scomposte, come quella del coordinatore
Verdini che ha espresso disinteresse politico per le prerogative del capo dello Stato,
nel senso che il centrodestra contesterà comunque un eventuale "ribaltone". Le parole
di Verdini sono duramente stigmatizzate dall’opposizione. Questa mattina tutti cercano
di smorzare i toni. Per Berlusconi sarebbe irresponsabile aprire ora la crisi. E il
capo dei deputati del Pdl Cicchitto conferma rispetto per Napolitano e apre a modifiche
della legge elettorale. Ieri sera, il Quirinale con una nota ufficiosa ma ferma aveva
ricordato che nessuna presa di posizione politica, di qualsiasi parte, può oscurare
il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del presidente della Repubblica.
Insomma, l’ultima parola sulla crisi parlamentare spetta al Capo dello Stato.
Iraq Nuova
ondata di attacchi in Iraq contro i pellegrini sciiti, perlopiù iraniani in visita
presso alcuni mausolei. Almeno 13 persone sono morte in mattinata a Baghdad, dove,
secondo fonti di stampa, sarebbero esplose tre autobombe. Nel mirino della guerriglia
un pullman, un’abitazione privata dove alloggiavano i fedeli e un mercato frequentato
prevalentemente da sciiti. Gli attentati hanno provocato anche un’ottantina di feriti.
Iran L’Iran
valuta positivamente la ripresa dei colloqui con la comunità internazionale sul suo
programma nucleare con l’incontro fissato per lunedì a Ginevra. Possono costituire
la base per avviare un miglioramento nei rapporti, ha affermato il capo negoziatore
iraniano Jalili che tuttavia ha ribadito che il suo Paese non cederà sul suo “diritto”
al nucleare civile. Dello stesso avviso anche il ministro degli Esteri di Teheran,
Mottaki, secondo il quale l’economia della Repubblica islamica non ha subito alcun
danno dalle sanzioni inflitte fino ad ora dall’Occidente. L’Iran – ha spiegato – non
ha interesse nei confronti di armi di distruzione di massa e non ha alcuna intenzione
di utilizzare la forza contro i suoi vicini.
Israele: incendio sul Monte
Carmelo In Israele, continua ad infuriare l’incendio scoppiato giovedì scorso
sul monte Carmelo, vicino ad Haifa. Secondo quanto riferisce AsiaNews un gruppo vicino
ad Al Qaeda avrebbe rivendicato su Internet l’origine del rogo, ma le autorità scartano
la pista dolosa. Le fiamme, intanto, alimentate dal forte vento, hanno già provocato
42 vittime, tanto che nel Paese si parla di “catastrofe nazionale”. Il premier israeliano
Netanyahu ha chiesto in prima persona a numerosi capi di Stato stranieri l’invio di
nuovi aiuti. In queste ore da diversi paesi sono giunti pompieri e aerei antincendio.
Lo conferma, al microfono di Antonella Palermo, suor Edith, del Convento
carmelitano Stella Maris che si trova proprio sul Monte Carmelo:
R. - Sono
arrivati aerei dalla Russia, dalla Grecia, dalla Turchia; altri ne sono attesi dalla
Spagna, dalla Francia: si tratta di particolari aerei per spegnere il fuoco. Gli aerei
della Russia stanno svolgendo un lavoro molto importante: riescono, infatti, a scaricare
ogni volta fino a 42 tonnellate di acqua sull’incendio. C’è purtroppo un forte vento:
un vento proveniente dal deserto, dall’Oriente, che soffia a 40-60 chilometri orari;
un vento molto secco, che non contiene neanche il 5 per cento di umidità … Questo
non aiuta per niente, anzi contribuisce a far propagare l’incendio! Stanno continuando
a lavorare per non farlo arrivare ai centri abitati.
D. – Voi che siete
nel convento, come state?
R. - In convento stiamo bene, perché l’incendio
è ancora abbastanza lontano. Anche nell’altro nostro convento, che si trova proprio
sulla cima del Monte Carmelo, i padri stanno tutti bene. Li abbiamo sentiti al telefono.
L’aria è un po’ pesante e la temperatura raggiunge i 26 gradi. Per il momento, comunque,
qui al convento va tutto bene.
D. - Di cosa avete bisogno in questo
momento? Cosa si sente di chiedere?
R. - Bisogna pregare perché venga
la pioggia. Noi stiamo tutti pregando e tutti imploriamo la pioggia, perché potrebbe
rappresentare l’unica soluzione: gli sforzi umani, per quanto importanti, non riescono
a vincere l’incendio. Ci vuole un aiuto dal cielo: la pioggia, una bella pioggia che
riesca a spegnere tutti questi fuochi! (mg)
Pakistan-Afghanistan Il
primo ministro pakistano Gilani è arrivato oggi a Kabul in Afghanistan per una visita
ufficiale di due giorni destinata a rafforzare le relazioni commerciali tra i due
Paesi. Nei prossimi incontri con le autorità locali il leader di Islamabad discuterà
temi come la lotta al terrorismo e il processo di pace afghano promosso dal presidente
Hamid Karzai.
Obama-Afghanistan Il presidente statunitense Obama
è tornato oggi negli Stati Uniti dopo la sua visita a sorpresa di ieri in Afghanistan,
con l’obiettivo di ringraziare i militari impegnati nel Paese in vista del Natale.
Nell’occasione il capo della Casa Bianca ha assicurato che “Al Qaeda sarà sconfitta”,
pur ammettendo che le difficoltà non sono finite. Obama, a causa delle avverse condizioni
climatiche, non ha potuto incontrare di persona il suo collega Karzai. Tuttavia durante
una telefonata ha ribadito la necessità di preparare il Paese alla transizione.
Usa:
cresce la disoccupazione Gli Stati Uniti sono alle prese con il più alto tasso
di disoccupazione dai tempi della Seconda guerra mondiale: 9,8 per cento, secondo
gli ultimi dati diffusi ieri. Il presidente Obama ha lanciato l’allarme, spronando
i membri della sua amministrazione a trovare una soluzione ai guasti provocati dalla
recessione. Il servizio da New York è di Elena Molinari:
La ripresa
è troppo debole, l’economia americana crea meno posti di lavoro del previsto e il
tasso di disoccupazione sale ai massimi da aprile, sottolineando la continua debolezza
del mercato del lavoro statunitense. Questi i dati emersi ieri, che hanno evidenziato
come i posti di lavoro creati lo scorso mese sono stati solo 39 mila. Le rilevazioni
mettono in evidenza inoltre come gli americani in cerca di lavoro siano 15 milioni
mentre il 42 percento è senza lavoro da oltre sei mesi. Il tasso di disoccupazione
si attesta dunque al 9,8%, ma sale al 17% se nel calcolo vengono compresi anche coloro
che hanno smesso di cercare un occupazione e quelli che hanno accettato un part-time,
anche se volevano un lavoro a tempo pieno. Si tratta, dunque, del periodo più lungo
con un tasso di disoccupazione così elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. Una situazione
che la Casa Bianca ha definito inaccettabile: è necessario, ha detto il portavoce
del presidente Obama, che l’occupazione cresca in modo sostenuto per recuperare le
perdite registrate a causa della recessione. (ma)
Sarkozy-India E’
partita da Bangalore, oggi, la missione di quattro giorni in India del presidente
francese Sarkozy che mira a siglare con le autorità locali accordi commerciali nel
campo dei reattori nucleari. Mentre nello Stato del Maharashtra ci sono state proteste
contro il progetto di costruzione di una centrale atomica da parte di una società
francese, il capo dell’Eliseo ha ribadito il suo appoggio alla candidatura del Paese
indiano ad un seggio permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il programma
della visita prevede lunedì a New Delhi l’incontro con il premier indiano Singh. A
seguire la tappa a Mumbai per ricordare le vittime dell’attacco terroristico dell’11
novembre 2008.
Cina-Nobel Più di 40 esuli cinesi parteciperanno alla
cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace al dissidente detenuto in Cina
Liu Xiaobo. Lo afferma oggi la stampa di Hong Kong. La cerimonia si svolgerà il 10
dicembre a Oslo, in Norvegia. All’appuntamento non ci sarà ovviamente il protagonista,
Liu, che sta scontando una condanna a 11 anni di prigione. Sarà assente anche sua
moglie, Liu Xia, ai domiciliari da circa due mesi. (Panoramica internazionale a
cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIV no. 338
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