Legge sulla bioetica in Francia. I vescovi: rispetto per la dignità umana
“Oggi l’obiettivo terapeutico soccombe a beneficio di un obiettivo di ricerca ‘medica’
che non si sa bene cosa nasconda”: il presidente della Conferenza episcopale francese
e arcivescovo di Parigi, cardinale André Vingt-Trois, parla così del tema della ricerca
dell’embrione in Francia e del rispetto della dignità umana in un’intervista al settimanale
cattolico “La Vie” in occasione dell’inizio dei lavori della Commissione speciale
dell’assemblea incaricata di esaminare il progetto di legge sulla bioetica che sarà
votato in Parlamento a fine gennaio. L’Osservatore Romano scrive che il governo francese
sembra voler predisporre un sistema in cui la distruzione degli embrioni non è più
un’eccezione, pur nella consapevolezza che nella ricerca sul medesimo, è in gioco
il rispetto della dignità umana. Il porporato, nello specifico, ha fatto riferimento
a quella parte del testo che affronta i criteri di deroga al principio generale che
vieta la ricerca sull’embrione e sulle cellule staminali embrionali. L’intenzione
dei legislatori appare quella di autorizzare le ricerche “suscettibili di consentire
progressi medici maggiori e non progressi terapeutici maggiori”. “Se si riconosce
nell’embrione fin dal concepimento un essere umano, non si può trattarlo come materiale
di laboratorio che si getta via dopo averlo utilizzato come riserva di cellule – ha
concluso l’arcivescovo – il modo in cui una società tratta i suoi elementi più deboli
e indipendenti rappresenta un indice globale della qualità di una civiltà. Quando
si prendono provvedimenti contrari alla dignità umana si entra in un processo regressivo
dal punto di vista civile, qualunque siano i progressi scientifici che questi provvedimenti
possono consentire”. (R.B.)