I vescovi latinoamericani uniti nell’impegno per uno sviluppo umano integrale
Dopo gli incontri di Bogotà e Quito, il primo e il 2 dicembre scorsi, i presidenti
degli episcopati del Venezuela, Ecuador, Colombia, e del Perù, si sono riuniti a Caracas
per un approfondito scambio di opinioni, idee ed esperienze: “I popoli delle nostre
nazioni formano una sola famiglia di fratelli, caratterizzata dalla singolare esperienza
della vicinanza fraterna e della solidarietà, nella cornice della tradizione cristiana”,
scrivono i vescovi nel documento a conclusione dell’incontro. Insieme con i popoli
delle altre nazioni della regione, “ci sentiamo chiamati a costruire una patria comune,
unita non solo dalla geografia, dalla storia e dalla lingua, ma soprattutto dalla
medesima fede in Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivo, che c’interpella come suoi discepoli
e missionari”. I presidenti degli episcopati hanno analizzato l’andamento della Missione
continentale, approfondendo in particolare gli “orientamenti pastorali riguardo i
fedeli” che per diversi motivi, politici, economici e sociali “oggi vivono la condizione
di rifugiati in alcuni di questi Paesi”. Ricordando il senso ultimo, religioso e culturale,
delle celebrazioni del Bicentenario dell’indipendenza, i presuli rinnovano il proprio
impegno a favore di “uno sviluppo umano integrale e genuinamente cristiano” e quindi
esortano tutti a lavorare “per costruire la giustizia, la libertà, la fratellanza
e la pace”. “Esortiamo anche i nostri governanti a continuare progredendo sulla via
del dialogo e del rafforzamento delle relazioni diplomatiche e della cooperazione
reciproca, nell’ambito del processo d’integrazione regionale e, dunque, superando
ogni pragmatismo o controversia ideologica”. Tra le insidie che costituiscono vere
e proprie sfide lanciate dalla realtà odierna in cui vive la regione, i presuli elencano
l’aumento della violenza e il disprezzo per la vita umana e la gravità di fenomeni
come il narcotraffico e la corruzione. Di fronte a ciò è urgente reagire tutti insieme,
popoli e governi, ed è urgente farlo anche in modo concertato, poiché il male non
ha confini né frontiere. Nel ricordare la vicinanza del Santo Natale, i vescovi sudamericani
invitano tutti a “rinnovare la propria fede in Gesù, pienezza della vita, e, insieme
a Lui, a condividere l’impegno di rendere ogni comunità un centro di irradiazione
della vita in Cristo”, sentiero vero e obbligatorio per raggiungere “la dignità della
persona, la liberazione integrale, la riconciliazione e l’inclusione sociale”. La
Chiesa, conclude la nota, non farà mai mancare il suo sostegno a ogni sforzo favorevole
alla costruzione di un “ordine sociale, economico e politico dove ciascuno abbia le
propria possibilità” di crescita integrale e autentica. (A cura di Luis Badilla)