Denuncia dei Gesuiti d’Africa: calano i fondi internazionali per la lotta all’Aids
Una diminuzione dei donatori, il mancato rispetto degli impegni e la scarsa volontà
politica: la Rete Gesuita africana contro l’Aids (Ajan) ha denunciato il disinteresse
mondiale nei confronti della diffusione del virus dell’Hiv nel continente, in occasione
della Giornata per la lotta all’Aids che è stata celebrata mercoledì scorso. L’agenzia
Zenit riporta alcuni stralci del messaggio firmato dal presidente dei Superiori Maggiori
dell’Africa e del Madagascar, padre Fratern Masawe, in cui esprime preoccupazione
per “il calo della partecipazione internazionale nella lotta alla pandemia, che si
riflette nella grave scarsità di finanziamento per le cure antiretrovirali per salvare
vite umane”. Ciò si concretizza in una consistente diminuzione dei finanziamenti,
fatto che “mette in pericolo il considerevole, per quanto insufficiente, progresso
realizzato fino a questo momento nell’estensione delle cure ai Paesi in via di sviluppo”.
Padre Masawe racconta poi il proprio approccio di lavoro, che integra l’aspetto spirituale,
quello psico-sociale e quello materiale alle necessità mediche dei malati. Gesuiti
e laici offrono sostegno e assistenza ai sieropositivi in Africa in strutture di vario
genere: scuole, parrocchie, università, centri comunitari e ospedali, portando ovunque
il proprio messaggio pro-vita e di prevenzione. L’Ajan è stata creata nel 2002 e da
allora incoraggia i Gesuiti a “rispondere all’Hiv/Aids in modo efficace, evangelico
e coordinato, con la compassione, il ringraziamento e la fiducia in Gesù Cristo”.
Oggi è attiva in 150 progetti dislocati in 22 Paesi subsahariani. (R.B.)