Indonesia: dieci arresti per gli attacchi ai cristiani. Cresce l'intolleranza religiosa
La polizia indonesiana ha arrestato dieci militanti radicali islamici, accusati di
aver aggredito domenica scorsa due leader cristiani nel sobborgo di Bekasi, parte
della megalopoli Giacarta. Il pastore Luspida Simandjunktak e l’anziano Hasean Lumbantoruan
Sihombing sono stati fermati, percossi e accoltellati da un gruppo di almeno sette
uomini, mentre si recavano in chiesa alle 9 del mattino. I due sono stati portati
in ospedale e l’anziano versa in gravi condizioni. Le indagini della polizia, sollecitate
dalla comunità cristiana e anche da diversi esponenti politici indonesiani, si sono
subito rivolte verso i gruppi islamici integralisti che già in passato avevano attaccato
luoghi di culto cristiani o promosso manifestazioni anticristiane, incitando all’odio
religioso. Fra i dieci arresti vi è infatti Murhali Barda, leader del movimento radicale
“Fronte Islamico di Difesa” (FPI) a Bekasi. L’uomo è accusato di aver incitato i militanti
all’aggressione. L’episodio ha confermato i dati di una inchiesta diffusa nei giorni
scorsi dall’Istituto per la Democrazia e la Pace “Setara”, think-tank indipendente
con sede a Giacarta. L’inchiesta ha registrato il parere di 1.200 persone, di diverse
comunità religiose, residenti a Giacarta, nei sobborghi di Bekasi, Bogor e Depok e
nella cittadina di Tangerang, luoghi dove nei mesi scorsi si sono verificati episodi
di intolleranza religiosa. Secondo i risultati inviati all’agenzia Fides, il 49.5%
degli intervistati non accetta la costruzione di un luogo di culto nel quartiere dove
vive, se è di una fede differente dalla propria; l’84% non gradisce che un membro
della propria famiglia abbracci una religione diversa dalla propria. Secondo l’Istituto,
nel 2010 sono almeno 64 gli incidenti di natura religiosa come aggressioni, attacchi
contro luoghi di culto, irruzioni per impedire lo svolgimento di assemblee di preghiera.
Nel 2009, afferma il “Setara”, sono stati 18, e nel 2008 solo 17. Emerge, dunque,
la crescita dell’intolleranza religiosa, specialmente nell’area della “grande Giacarta”,
concludono i ricercatori. Fonti della Chiesa indonesiana esprimono preoccupazione
“soprattutto nei sobborghi di Giacarta, dove si incrociano problemi sociali, disoccupazione,
povertà, immigrazione, frutto dell’urbanizzazione incontrollata, foriera di tensioni
sociali. In tale contesto, l’elemento religioso è un fattore identitario e coagulante
per tutte le comunità, sia per i cristiani che per i musulmani. Qui gruppi radicali
come il Fpi prosperano e trovano spazio, proponendo una visione integralista dell’islam”.
Di recente, in un’intervista all’agenzia Fides, mons. Johannes Pujasumarta, segretario
della Conferenza episcopale dell’Indonesia, aveva segnalato l’escalation di attacchi
contro le chiese cristiane. (R.P.)