“L’abolizione ufficiale della tratta nel XIX secolo non ha sradicato questa pratica
che persiste ancora oggi in forme diverse”. E’ la denuncia del Segretario Generale
delle Nazioni Unite Ban Ki-moon che, in occasione dell’odierna Giornata contro la
schiavitù, ha di fatto invitato ad un maggiore impegno nella lotta contro questa piaga
dell’umanità, che si incarna in orrori come la tratta di esseri umani. Massimiliano
Menichetti:
Almeno 27
milioni di persone nel mondo sono vittime, secondo l’Onu, delle nuove schiavitù: tratta
di esseri umani, sfruttamento sessuale e lavorativo. A voler spezzare questa spirale
di orrore nel cammino dei diritti umani, l’impegno costante delle Nazioni Unite che
sin dal 2 dicembre 1949 - anno in cui l'Assemblea generale adottò la Convenzione per
la repressione e l'abolizione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento
della prostituzione - ha indetto la Giornata internazionale per l'abolizione della
schiavitù. A fianco delle istituzioni molte organizzazioni non governative e associazioni,
concordi nell’affermare che per sconfiggere questa piaga è necessario lottare contro
povertà, analfabetismo, disuguaglianze economiche e sociali, bandendo ogni forma di
violenza. Le schiave oggi hanno il volto delle prostitute, donne ingannate e portate
via dal proprio Paese, picchiate, violentate e poi gettate in strada. Gli schiavi
hanno gli occhi degli irregolari, impiegati nei cantieri, in agricoltura o negli allevamenti.
Poi, ci sono i sorrisi amari dei piccoli sfruttati nel lavoro, sessualmente o nell’accattonaggio
privati per sempre del diritto ad essere bambini. Carlotta Bellini
di Save the Children Italia:
R. – I minori coinvolti nel fenomeno della
tratta sono più di un milione. E’ un fenomeno che prevede che sia il minore sia l’adulto
vengano reclutati nel Paese di origine e trasportati in un Paese di destinazione al
fine dello sfruttamento che può essere sessuale oppure lavorativo.
D.
– Quali sono in Europa i Paesi di origine e di destinazione dello sfruttamento minorile?
R.
– I Paesi di origine sono soprattutto la Romania e la Bulgaria. Per quanto riguarda
i Paesi di destinazione posso citare l’Italia, la Danimarca ma anche la Germania.
D.
– Qual è il panorama nel mondo?
R. – Fuori dall’Europa, in questo momento,
il principale Paese di origine delle vittime di tratta è la Nigeria. Ci sono altri
Paesi che ci preoccupano: l’India, in modo particolare, per quanto riguarda lo sfruttamento
lavorativo e sicuramente la Thailandia per quel che riguarda lo sfruttamento sessuale.
Anche in Sudamerica è presente questo problema e lì il fenomeno riguarda minori che
vengono spostati - per esempio, minori provenienti dal Brasile - verso l’Europa e
poi impiegati in lavori domestici. La tratta è molto diffusa.
Drammatico
è il fenomeno dei bambini soldato. Circa 300mila combattono attivamente negli eserciti
in più di 40 Paesi del mondo, reclutati con la forza, torturati e costretti a diventare
strumenti di morte. A preoccupare Save the Children anche il caso Sudafrica, un serbatoio
per i mercanti di essere umani. Ancora Carlotta Bellini:
Molti
sono i minori che noi chiamiamo “minori migranti” che si spostano dallo Zimbabwe verso
il Sudafrica. Gran parte di loro è sicuramente vittima di sfruttamento. Sono fenomeni
di migrazione interna, difficili da stimare, difficili da controllare.
D.
– Grande è l’impegno per arginare il fenomeno della tratta: che cosa bisognerebbe
migliorare?
R. – Operare per garantire che ci siano delle procedure
uniformi, per identificare le vittime di tratta e di sfruttamento. Occorre, inoltre,
garantire un fortissimo coordinamento tra le forze di sicurezza dei Paesi di origine
e i Paesi di destinazione affinché le vittime siano aiutate. Non dimentichiamo che
fenomeni come questi sono legati alla criminalità organizzata e che lo sfruttamento
genera un giro d’affari, difficilmente quantificabile, di milioni di euro.