80 profughi eritrei in ostaggio al confine tra Egitto e Israele: i sequestratori ne
uccidono sei
Da oltre un mese, circa 80 profughi eritrei sono sequestrati da trafficanti di esseri
umani, in condizioni drammatiche, al confine tra Egitto e Israele. A denunciare la
loro situazione è l’agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo. I profughi
raccontano di essere partiti da Tripoli, in Libia, per andare in Israele. Hanno pagato
due mila dollari ma al loro arrivo i trafficanti hanno preteso 8 mila dollari per
la loro liberazione. Sei profughi sono stati uccisi dai sequestratori, altri vengono
torturati o bastonati. Una situazione, dunque, tragica che richiama l'attenzione della
comunità internazionale sulle condizioni di migliaia di persone in fuga dai loro Paesi.
Per una più ampia valutazione attualizzata dei flussi migratori nella società globalizzata
ascoltiamo al microfono di Fabio Colagrande il presidente del Pontificio Consiglio
per i migranti e gli itineranti, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò:
R. – Quando
il pensiero è rivolto agli impegni ai quali sono intervenuto recentemente, come l’incontro
continentale che si è svolto a Bogotá, in Colombia, sulla pastorale delle migrazioni
economiche e migrazioni forzate in America Latina e nei Caraibi, e come anche la Conferenza
che si sta svolgendo in questi giorni in Senegal - durante la quale ho fatto il discorso
inaugurale - organizzata dalla Caritas Internationalis sul tema “Il volto femminile
delle migrazioni”, ribadisco che il nostro Pontificio Consiglio segue con attenzione
tutti i problemi inerenti ai flussi migratori in ogni parte del mondo. Tutto ciò,
soprattutto, con riferimento ai diritti dei migranti, dei rifugiati e delle loro famiglie.
La preoccupazione si fa ancora più acuta, in questi giorni, nell’apprendere di nuove
situazioni di inaudita drammaticità che coinvolgono persone innocenti, persone che
vengono maltrattate, torturate e persino uccise da trafficanti di esseri umani senza
scrupoli. A riguardo, come ha affermato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio
Bertone, intervenendo ieri al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, l’Osce, che si sta celebrando ad Astana,
in Kazakistan, in questo tempo di crisi economica c’è la tendenza a dimenticare i
diritti dei migranti.
D. – Secondo la dottrina della Chiesa, eccellenza,
quali sono i diritti del migrante?
R. – Dobbiamo ricordare, in ogni
caso, che i migranti sono dotati di diritti inalienabili, che non possono né essere
violati né tantomeno ignorati, come ha detto Papa Benedetto XVI nella “Caritas in
veritate”. Lo status di migrante non cancella, evidentemente, la sua dignità umana.
In riferimento, poi, ai diritti del migrante, non possiamo dimenticare la famiglia,
che è l’oggetto della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che
sarà celebrata il prossimo 16 gennaio 2011. (vv)