Un manuale di educazione al senso civico pubblicato dalla Conferenza episcopale del
Camerun
Il Servizio Nazionale “Giustizia e pace” della Conferenza Episcopale Nazionale del
Camerun ha pubblicato il Manuale di educazione al senso civico suddiviso in quattro
parti: “La legge e la democrazia”, “L’elettore”, “Il cittadino”, “L’interesse pubblico”.
Curato dai professori Alain Didier Olinga e Pierre Titi Nwel, il volume, si legge
sul sito www.leffortcamerounais.info/eglise_locale, è stato pensato perché il potere
torni al cittadino che ne è stato spogliato. Attraverso la pubblicazione la Chiesa
cattolica camerunense si propone di camminare al fianco dei cittadini perché maturino
la loro coscienza politica in vista di scelte significative. “La Chiesa cattolica
non segue alcun partito. Essa è attenta alla scelta chiara e libera dei cittadini
e sosterrà il governo democraticamente eletto” ha detto mons. Joseph Atanga, arcivescovo
di Bertoua e presidente della Conferenza episcopale camerunense, che ha recentemente
presentato i contenuti del manuale sottolineando quanto importante sia oggi conoscere
le leggi. “Il cittadino ignora la legge e per questo è insensibile alla sua violazione.
Non sa far valere i suoi diritti ed sconosce i suoi doveri – ha rilevato il presule
–. Il Camerun deve optare e valorizzare una morale elementare; deve divulgare la legge.
Non c’è democrazia senza un minimo di rispetto delle regole democratiche. Lo abbiamo
appreso largamente osservando le elezioni nel nostro Paese”. Circa il ruolo che ogni
singolo cittadino riveste, mons. Atanga ha ricordato che ciascuno “detiene … una piccola
parte di sovranità” e che “attraverso il proprio voto esprime un mandato. Ciò vuol
dire che conferisce una procura ad un rappresentante, il proprio rappresentante, quello
stesso che, a proprio giudizio, tradurrà fedelmente i suoi valori e la sua visione
del bene generale. Questo significa – ha aggiunto il presule – che egli non voterà
che la persona con la quale condivide la medesima professione di fede, lo stesso credo”.
Tuttavia, “il programma politico, la professione di fede di coloro che sollecitano
il voto dei cittadini, non sono criteri di scelta”, ha affermato mons. Atanga che
ha inoltre descritto come siano invece promesse fallaci o minacce ad orientare il
voto, tanto che molti, ritenendo che tale realtà non possa cambiare e impossibile
qualunque cambiamento, si rassegnano, non si iscrivono alle liste elettorali e si
rifiutano di andare a votare. Ma in questo modo, ha rimarcato il presidente della
Conferenza episcopale camerunense, l’astensione privilegia il gioco di taluni politici
che non temono quanto può emergere dalle urne pur se mancano voti. “Il cittadino ha
diritti e doveri – ha ribadito il presule – deve partecipare con solidarietà alle
questioni civiche … ci si aspetta da lui una grande coscienza professionale, probità
e lealtà”. (T.C.)