Resta alta la tensione tra le Coree: salta l'incontro a sei proposto dalla Cina
Resta alta la tensione nella penisola coreana dopo l’allarme lanciato dai servizi
segreti di Seul, che ritengono “altamente probabile” un nuovo attacco da parte della
Corea del Nord. Usa e Corea del Sud hanno dunque bocciato il piano della Cina di un
incontro ai primi di dicembre, sia pure di natura straordinaria, nell’ambito del negoziato
a Sei per ‘raffreddare’ le tensioni. Intanto, i vertici del regime di Pyongyang si
sono recati a Pechino proprio per discutere degli sviluppi della crisi. Sui rapporti
tra Cina e NordCorea, Stefano Leszczynski ha intervistato Maurizio Riotto,
docente presso l’Università orientale di Napoli.
R. – Sicuramente
Pechino tratterà la Corea del Nord a muso duro, come del resto è abituata a fare con
i Paesi che ritiene satelliti. La Cina è la maggiore minaccia per la Corea del Nord.
In realtà, quindi, quello che nell’immaginario collettivo viene comunemente dipinto
come il migliore alleato della Corea del Nord è in realtà la sua minaccia più grande.
D. – Quindi, quanto riportato, ad esempio, nelle indiscrezioni dei
documenti di Wikileaks, cioè che se il regime nordcoreano dovesse crollare, la Cina
non si opporrebbe alla riunificazione della penisola, secondo lei è un’ipotesi plausibile
o no?
R. – Non è plausibile ma non per simpatia verso la Corea del Nord.
I cinesi tengono tantissimo alla Corea del Nord e la tendenza ormai è quella di separare
e di cristallizzare la divisione tra le due Coree: il Sud, ormai pienamente nella
sfera d’influenza americana, occidentale e la Corea del Nord che, invece, si appresta
a diventare un vero e proprio satellite della Cina, anche dal punto di vista diplomatico
e commerciale.
D. – In questa visuale, le provocazioni da parte della
NordCorea e lo scambio di colpi pericolosissimi tra le due realtà coreane come si
spiegano, come vanno interpretati?
R. – Io credo che la Corea del Nord
cerchi disperatamente di far intendere all’Occidente che vuole discostarsi dalla Cina,
perché più viene isolata dall’Occidente più la Corea del Nord viene gettata tra le
braccia dei cinesi. Per cui, l’attenzione reclamata dalla Corea del Nord è proprio
nei confronti dell’Occidente affinché conceda, per esempio, questi colloqui a due
tante volte richiesti - che gli Stati Uniti hanno sempre rifiutato invece di tenere,
proprio in funzione anticinese. Credo che, nel momento in cui l’Occidente avrà capito
questo e provvederà ad isolare di meno la Corea del Nord, la stessa Corea del Nord
avrà maggiori possibilità di uscire dall’orbita di Pechino e ci saranno maggiori possibilità
di riunificazione per la penisola coreana. (bf)