La Radio Vaticana ha un’esperienza decennale nel campo della collaborazione con le
radio cattoliche locali. Questo rapporto continuo e costante rende possibile una straordinaria
circolazione delle informazioni ed esprime il legame forte che lega il Vaticano e
le Chiese di tutto il mondo. In terra d’Africa, oltre 70 radio cattoliche trasmettono
i programmi della Radio Vaticana, rendendo possibile la condivisione di sfide, strumenti
e obiettivi, nonché l’assunzione di un impegno comune nella ricerca di soluzioni ai
problemi che si incontrano a livello locale. Oltre a Radio Maria del Burundi,
numerosissime sono le partner in Madagascar, in Sudan e nella Repubblica Democratica
del Congo, delle quali trovate un elenco esaustivo nella newsletter pubblicata dalla
Radio Vaticana e disponibile online all’indirizzo: http://www.radiovaticana.org/fr1/Africa_newsletter.asp
Ma
l’idea del partenariato nella comunicazione trova oggi ampio spazio anche nei principali
programmi di sviluppo dell’UNESCO ed è in aumento il numero dei coordinamenti internazionali
di media in ogni settore, reti come AMARC per le radio comunitarie dei cinque continenti. Nel
contesto italiano, a Roma è stato recentemente presentato un programma di cooperazione
tra radio, finalizzato a promuovere lo scambio di esperienze e tecniche giornalistiche
tra emittenti del “nord” ed emittenti del “sud” del mondo. “DAI VOCE A UNA RADIO”
– così si chiama il progetto lanciato da Media Aid Onlus - consiste in una sorta di
gemellaggio tra redazioni affini per tipologia, contenuti e settori di intervento.
UNA RADIO PROTAGONISTA tra i mezzi di comunicazione di massa - come è stata definita
dai promotori dell'iniziativa - specialmente in situazioni di emergenza e nei Paesi
meno industrializzati. "Ad esempio in Africa, in ogni capanna anche nel villaggio
più remoto, c'è una radio…” Creata a Roma due anni fa, Media Aid è un’associazione
di professionisti della comunicazione che hanno deciso di mettere le proprie competenze
tecniche a disposizione per la promozione delle realtà giornalistiche nei cosiddetti
Paesi in via di sviluppo. Prime aderenti al progetto “Dai voce a una radio”, le
italiane Radio 3 Rai, collegata ad una radio nella Repubblica Democratica del Congo,
Articolo 1 della CGIL, che lavora con la senegalese Radio OxyJeunes - anch’essa fortemente
impegnata in ambito sociale - e Radio Capital, che ha trovato un partner nella Radio
Voix Paysan di Haiti. Proprio ad Haiti un anno fa – è stato ricordato durante la presentazione
del progetto – le radio comunitarie hanno giocato un ruolo di primo piano dopo il
terremoto che ha devastato il paese, nell'informare la popolazione anche riguardo
all’arrivo degli aiuti umanitari. Ma - hanno ribadito i partecipanti all’incontro
di venerdì (Adelaide Frabotta per l’Unesco, Nino Sergi di LINK 2007, la giornalista
RAI Barbara Gruden, Silvia Pochettino di "Volontari per lo sviluppo" e diversi altri)
“Una buona informazione al servizio della pace deve realizzarsi sempre e in maniera
continuativa, non solo nelle situazioni di emergenza”. Le azioni delle agenzie
nazionali e internazionali della cooperazione si ispirano sempre più a questo principio,
riconoscendo l’importanza della comunicazione per lo sviluppo sociale e politico. E
nel sottolineare il potere della radio nella mobilitazione delle masse, i relatori
hanno evidenziato anche la pericolosità di tale strumento se usato in maniera non
appropriata, riportando alla memoria il triste esempio della Radio Milles Collines,
che nel Rwanda prima del genocidio divulgava messaggi di violenza e odio razziale.
Alla presentazione dell'iniziativa di Media Aid - nella sede della Federazione
Nazionale della Stampa - era presente la collega Silvia Koch, che ha raccolto la testimonianza
di Cristina Loglio, coordinatrice del progetto: