Marocco: per l'Avvento l'arcivescovo di Rabat esorta i fedeli a fare un cammino interiore
“Natale non è una festa del calendario che, per noi cristiani, non ha importanza”:
è quanto scrive mons. Vincent Landel, arcivescovo di Rabat, in Marocco, nell’editoriale
della rivista della diocesana “Ensemble”, sottolineando che il “Natale è per noi l’inizio
di un grande cammino che siamo invitati ad intraprendere; è l’accoglienza di un piccolo
uomo che viene per proporci un messaggio; è l’invito a contemplare l’insolito, “un
bambino nella mangiatoia”; è l’invito a comprendere che nel piano di Dio nessuno è
escluso, non ci sono situazioni sociali privilegiate; è l’invito ad accogliere un
Amore che va al di là della nostra comprensione, perché è l’Amore di Dio fatto carne”.
Mons. Landel osserva che in questo tempo d’Avvento “abbiamo bisogno di fare un cammino
interiore, dobbiamo curare una preparazione spirituale”, perché proprio questa “ci
preparerà ad avere un cuore disponibile e uno spirito libero per accogliere questo
Gesù, che dal suo arrivo sulla terra è un interrogativo per l’umanità”. Il messaggio
di Gesù, afferma il presule, ci invita “a guardare il mondo e le persone in modo diverso
e ci condurrà su cammini di conversione che noi forse non siamo pronti a seguire.
I pastori lo hanno saputo riconoscere traendone le conseguenze. I magi hanno saputo
riconoscerlo e sono partiti su un’altra strada. E noi, avendolo riconosciuto, come
trasformeremo la nostra strada?”. Considerando tutti gli avvenimenti politici che
accadono nei nostri differenti Paesi, prosegue mons. Landel, non possiamo eludere
questo interrogativo se non orientandoci su una traccia umana da vivere perché le
cose evolvano nel buon senso; “per noi cristiani, questa traccia umana può basarsi
sulla nostra vita spirituale”. L’arcivescovo di Rabat spiega inoltre che “preparare
il cammino di questo Gesù che viene, è una traccia umana che dobbiamo illuminare con
la nostra fede cristiana” e che “occorre imparare ad essere con gli altri comunità
umana e comunità ecclesiale”. (T.C.)