2010-12-01 15:47:18

L’incontro tra due mondi, a 50 anni dall’avvio di relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede


“L’incontro tra due mondi”. Il tema della Giornata di studio, organizzata oggi a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, in occasione del 50.mo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Turchia. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Esponenti della cultura e del mondo accademico, personalità laiche e religiose rappresentanti della diplomazia, impegnati a scambiare esperienze, idee, opinioni sul presente e il domani della Turchia, senza dimenticare il passato di questo Paese, costituzionalmente laico, governato oggi da un Partito confessionale. Al centro dell’attenzione il futuro dei rapporti tra cristiani e musulmani. Attivati al Terzo Millennio, Oriente ed Occidente, Turchia ed Europa appaiono infatti ancora due mondi separati? Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma Tre:

R. - Non due mondi separati ma due mondi che hanno una storia di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e governo turco. Due mondi che hanno tanti scambi e tra cui esistono tanti ponti. Io credo che nel mondo globalizzato e nel mondo del dialogo, la Turchia sia un giocatore globale con cui bisogna fare i conti.

D. – Non crede, professore, che il dialogo culturale segni il passo rispetto alle ragioni della politica che in questo ultimo cinquantennio sembrano aver creato maggiori fossati nei rapporti tra Oriente e Occidente?

R. –Io credo che ogni politica e ogni dialogo abbia bisogno di un incontro tra culture.

A mezzo secolo dall’apertura di relazioni diplomatiche con il Vaticano, a che punto siamo nel cammino dei rapporti tra cristiani e musulmani in Turchia? Quali nuove sfide da affrontare? Kenan Gürsoy, ambasciatore turco presso la Santa Sede:

"Je suis le seizième ambassadeur et c’est la première fois que la Turquie…
Io sono il sedicesimo ambasciatore ed è la prima volta che la Turchia invia un ambasciatore che non ha una formazione diplomatica, che non proviene da una carriera diplomatica, ma che è un professore di filosofia. Questo dimostra come la Turchia voglia creare relazioni che siano oltre che diplomatiche, relazioni culturali, relazioni profonde, relazioni filosofiche ed etiche. Questo è molto importante per noi perché per la Turchia la Santa Sede è il luogo con il quale abbiamo avuto sempre molte relazioni nell’arco di diversi secoli, già dal XVII secolo. A questo scopo, cerchiamo di mettere in contatto le università, creando delle relazioni tra le facoltà che si trovano nelle università della Turchia e quelle delle università pontificie. Vogliamo anche dimostrare che la cultura di un Paese come la Turchia, a maggioranza musulmana, non è la cultura di un Paese ostile a qualsiasi tipo di iniziativa per la pace nel mondo. Noi abbiamo il grande desiderio di farci conoscere, di presentarci con la nostra filosofia, con la nostra saggezza affinché il mondo occidentale possa meglio conoscere la nostra situazione e - soprattutto la Santa Sede - comprendere bene che il livello intellettuale rappresenta la saggezza religiosa di un popolo". (mg)







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