Irlanda: l’arcivescovo di Dublino nel primo anniversario del Rapporto Murphy sugli
abusi
Per rinnovarsi e correggere i gravi errori del passato, la Chiesa irlandese ha bisogno
di una profonda conversione e di umiltà. È quanto afferma l’arcivescovo di Dublino,
mons. Diarmuid Martin, in una riflessione diffusa il 25 novembre alla vigilia del
primo anniversario del Rapporto Murphy sugli abusi sessuali commessi su minori nell’arcidiocesi
della capitale irlandese. Riprendendo alcune considerazioni svolte qualche giorno
addietro alla commemorazione del fondatore della Legione di Maria, Frank Duff, il
Primate irlandese rileva che lo scandalo ha aperto gli occhi della Chiesa non solo
sugli orrori degli abusi sui minori e sull'inadeguata risposta ad essi - una condotta
per la quale, dice, “nessuna richiesta di scuse sarà mai sufficiente” - , ma anche
su una crisi molto più profonda all'interno della comunità ecclesiale. Di qui l’urgenza
del rinnovamento della Chiesa in Irlanda, un rinnovamento che presuppone una profonda
conversione e l’uscita da quella che definisce senza mezzi termini “l’autoreferenzialità”
che l’ha contraddistinta negli anni passati. La Chiesa, ribadisce mons. Martin,
“non è una vaga agenzia di moralizzazione nella società e non esiste solo per fornire
una sorta di luogo di conforto spirituale per tutti coloro che le si avvicinano. Essa
deve annunciare il messaggio di Cristo con tutto quello che esso esige da noi”, pena
“l’inefficacia di tale messaggio”. “Abbiamo urgente bisogno di una nuova evangelizzazione”
e forse, conclude mons. Martin, “l’umiltà è un buon punto di partenza per questo rinnovamento”.
(L.Z.)