Il Papa all'udienza generale: l'amore materno di Dio sa trasformare il male in un
bene più grande
Chi confida nell’amore di Dio non si vedrà mai deluso, “perché le promesse di Dio
sono sempre più grandi delle nostre attese”. Con queste parole, Benedetto XVI ha terminato
la catechesi all’udienza generale di questa mattina. Il Papa l’ha dedicata a una mistica
vissuta a cavallo tra il 14.mo e il 15.mo secolo, Giuliana di Norwich, le cui visioni
hanno messo in rilievo la tenerezza “materna” dell’amore di Dio per l’umanità. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
L’ottimismo
della vita che nasce dalla certezza di essere amati da Dio. Può essere condensata
in questa frase l’esperienza naturale e soprannaturale di “Madre Giuliana”, come risulta
dall’appellativo che campeggia sul monumento funebre nel quale sono custodite le spoglie
di Giuliana di Norwich. Madre perché, ha spiegato Benedetto XVI, fu in vita un punto
di riferimento spirituale per moltissime persone. Vivendo da anacoreta, rinchiusa
in una cella, la mistica maturò “una sensibilità umana e religiosa finissima”. Allo
stesso modo accade oggi, ha osservato il Papa, con quelle donne e quegli uomini “che
si ritirano per vivere in compagnia di Dio” e “proprio grazie a questa loro scelta,
acquisiscono un grande senso di compassione per le pene e le debolezze degli altri”:
“Amiche
ed amici di Dio, dispongono di una sapienza che il mondo, da cui si allontanano, non
possiede e, con amabilità, la condividono con coloro che bussano alla loro porta.
Penso, dunque, con ammirazione e riconoscenza, ai monasteri di clausura femminili
e maschili che, oggi più che mai, sono oasi di pace e di speranza, prezioso tesoro
per tutta la Chiesa, specialmente nel richiamare il primato di Dio e l’importanza
di una preghiera costante e intensa per il cammino di fede”.
Il
significato delle sedici rivelazioni avute nel 1373, e da lei descritte, vengono svelate
a Giuliana di Norwich dal Signore stesso, 15 anni dopo. Il libro che le riporta, ha
affermato il Papa, “contiene un messaggio di ottimismo fondato sulla certezza di essere
amati da Dio e di essere protetti dalla sua Provvidenza”:
“Il tema
dell’amore divino ritorna spesso nelle visioni di Giuliana di Norwich che, con una
certa audacia, non esita a paragonarlo anche all’amore materno. È questo uno dei messaggi
più caratteristici della sua teologia mistica. La tenerezza, la sollecitudine e la
dolcezza della bontà di Dio verso di noi sono così grandi che, a noi pellegrini sulla
terra, evocano l’amore di una madre per i propri figli”.
La progressiva
e profonda comprensione di questa realtà di amore di Dio per l’uomo, ha osservato
Benedetto XVI, porta la mistica a cogliere il “messaggio centrale per la vita spirituale”
dei cristiani di ogni epoca:
“Dio è amore e solo quando ci si apre
totalmente a questo amore e si lascia che esso diventi l’unica guida dell’esistenza,
tutto viene trasfigurato, si trovano la vera pace e la vera gioia e si è capaci di
diffonderle intorno a sé”.
Ma se “Dio è sommamente buono e sapiente,
perché esistono il male e la sofferenza degli innocenti?” Questa domanda, ha riconosciuto
il Papa, è da sempre una “provocazione” per la fede. Lo fu anche per Giuliana di Norwich,
le cui parole sono citate nel “Catechismo della Chiesa Cattolica”:
“Anche
i santi si sono posti questa domanda. Illuminati dalla fede, essi ci danno una risposta
che apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza: nei misteriosi disegni della
Provvidenza, anche dal male Dio sa trarre un bene più grande come scrisse Giuliana
di Norwich: 'Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede,
e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene…'”.
Da
qui, ha terminato Benedetto XVI, giunge l’ottimismo di un’antica mistica, che è perfettamente
moderna per questa consolante certezza che offre ai credenti di oggi:
“Le
promesse di Dio sono sempre più grandi delle nostre attese. Se consegniamo a Dio,
al suo immenso amore, i desideri più puri e più profondi del nostro cuore, non saremo
mai delusi. 'E tutto sarà bene', 'ogni cosa sarà per il bene': questo il messaggio
finale che Giuliana di Norwich ci trasmette e che anch’io vi propongo quest’oggi. Fra
le oltre 3.500 persone radunate in Aula Paolo VI per la prima udienza generale dell’Avvento,
Benedetto XVI ha salutato in particolare il gruppo delle Suore Figlie di Santa Maria
della Provvidenza, fondate dal Beato Luigi Guanella e impegnate nel loro Capitolo
generale.