I vescovi Usa esortano il Congresso a ratificare il nuovo Trattato sulla riduzione
delle armi nucleari
I vescovi degli Stati Uniti sollecitano il Senato americano a ratificare al più presto
il nuovo Trattato “Start 2” per la riduzione degli arsenali nucleari, siglato lo
scorso aprile a Praga dal Presidente Barack Obama e dal Premier russo Dmitry Medvedev.
Secondo la Conferenza episcopale (USCCB), la ratifica del trattato è fondamentale
“perché è un piccolo passo verso un mondo in cui vi sia un maggiore rispetto della
vita umana” che per la Chiesa è sacra. È quanto si legge in una lettera ai senatori
del Congresso americano firmata da mons. Howard J. Hubbard, presidente della Commissione
episcopale per la pace e la giustizia internazionale. Citando Papa Benedetto XVI,
la missiva ricorda che “la guerra nucleare è condannata dalla Chiesa”, perché, in
contrasto con i criteri della proporzione tra offesa e difesa e della selezione degli
obiettivi, colpisce indiscriminatamente civili innocenti, “per il potenziale distruttivo
delle armi nucleari e per gli effetti a lungo termine delle radiazioni”. “In linea
con la dottrina cattolica – ricorda ancora la lettera - la Santa Sede e i vescovi
americani sostengono da tempo la riduzione degli armamenti, la lotta alla loro diffusione
in altre nazioni e la necessità di evitare che materiale nucleare entri nelle mani
del terrorismo. Da decenni si battono nella duplice battaglia per il disarmo e la
non proliferazione nucleare. Anche se sappiamo che questo obiettivo richiederà anni
- è quindi l’appello contenuto nella lettera - è un impegno che la nostra nazione
deve riprendere con rinnovata energia”. Alle parole di mons. Hubbard si è unito l’appello
del nuovo presidente della Usccb mons. Timothy Dolan che ha confermato la posizione
del predecessore, il cardinale Francis George, a favore di una ratifica bipartisan
del trattato. Un appello in tal senso è venuto nei giorni scorsi anche da altri leader
religiosi americani. Il Trattato Start 2, che sostituisce Start scaduto nel dicembre
2009, rappresenta una svolta storica per varie ragioni: per l'accordo su una nuova
riduzione del 30% degli armamenti nucleari strategici, per l'introduzione di meccanismi
di verifica che non erano contemplati nei precedenti trattati Start e per il nuovo
dialogo fra Mosca e Washington, dopo le tensioni seguite all'invasione della Georgia
da parte della Russia nel 2008. (A cura di Lisa Zengarini)