I feriti dell’attentato alla Cattedrale di Baghdad incontrano il Papa. Cristiano
ucciso a Mossul
Un’altra vittima, oggi, tra i cristiani d’Iraq: un giovane è stato ucciso a Mossul
in un agguato in cui è rimasto ferito anche il fratello, proprio nel giorno in cui
Benedetto XVI ha incontrato in Vaticano i feriti dell’attentato del 31 ottobre a Baghdad,
ricoverati al Policlinico Gemelli di Roma. Il servizio di Roberta Barbi.
Un saluto
a ognuno, parole di vicinanza, conforto e preghiera, l’abbraccio del Papa che si allarga
ai cristiani che vivono in tutte quelle zone del mondo in cui sono vittime di violenza
e ingiustizia. Benedetto XVI, al termine dell'udienza generale, ha incontrato - nell'auletta
attigua all'Aula Paolo VI - 26 persone ferite nell’attentato del 31 ottobre alla Cattedrale
siro-cattolica di Baghdad, che, accompagnati dai familiari, hanno potuto raggiungere
l’Italia per essere curati. Il Pontefice ha poi ricordato anche le 57 vittime dell’attentato,
delle quali gli sono state mostrate alcune foto. Tutto questo è accaduto nel giorno
in cui la comunità cristiana in Iraq piange un’altra vita spezzata: secondo il sito
locale “Ankawa” si tratta di Fady Walid Jibrail, un ragazzo di 26 anni di rito protestante
che lavorava in un negozio di alimentari, ucciso a colpi di arma da fuoco in mezzo
a una strada di Mossul. Nell’agguato è rimasto ferito anche il fratello, mentre la
settimana scorsa altri due fratelli, cattolici, erano stati assassinati nella zona
industriale della stessa città. La comunità dei cristiani in Iraq negli anni '90 contava
un milione di persone: oggi sono meno della metà; nella sola capitale si è passati
da 450mila a 150mila persone. Molte famiglie hanno deciso di fuggire, all’estero o
in zone considerate più sicure: 86 nuclei familiari sono giunti a Suleimania, nel
Kurdistan iracheno, dove ne vivono già 40. A coloro che hanno deciso di restare a
Baghdad, è giunta la solidarietà dei vertici del clero sunnita e sciita islamico della
città.