2010-11-30 15:33:19

Monumenti illuminati in 1300 città contro la pena di morte


Grande mobilitazione per la nona edizione di "No Justice Without Life”, la Giornata internazionale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte, che si celebra oggi in tutto il mondo, in ricordo della prima abolizione delle esecuzioni capitali, avvenuta nel granducato di Toscana nel 1786. Quest’anno oltre 1300 città, hanno aderito all’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, mettendo a disposizione un loro monumento simbolo che sarà illuminato per ribadire l’impegno concreto della società civile per questa battaglia. Alla presentazione dell’evento, ieri presso L’Antonianum di Roma, c’era per noi Cecilia Seppia:RealAudioMP3

E’ partita da Roma la mobilitazione internazionale per fermare la pena di morte, che quest’anno vede impegnate oltre 1.300 città, in 85 Paesi diversi. Ieri, alle 19 esatte, nel cuore della capitale, a innescare con un gioco di luci la miccia di questa battaglia per la vita è stato il Colosseo, un tempo luogo di atroci torture e assassini, ora simbolo universale di questa giornata. Ad accendersi poi la cattedrale di Barcellona, il campanile di Tirana, il Damrak di Amsterdam, in un’eco luminosa che ha raggiunto tutti i continenti, confermando la tendenza del mondo verso una soglia più alta di difesa dei diritti umani. Mario Marazziti portavoce della Comunità di Sant’Egidio:

“Quando nel 2000 abbiamo cominciato questo movimento delle Città per la vita non credevamo di raggiungere 1.300 città del mondo in così pochi anni. Volevamo parlare alle società civili, volevamo che si creasse anche all’interno di Paesi che hanno la pena di morte un movimento che chiedesse una giustizia diversa. In questo modo, noi possiamo creare delle contraddizioni, avviare un dibattito, fare assaggiare un mondo diverso, far circolare notizie e fatti diversi. Io credo che questo sia uno dei fattori che ha cambiato, negli ultimi 10 anni, il movimento mondiale creando anche un’unità”.

E’ fondamentale costruire una coscienza nuova di rispetto della vita umana, dice ancora Marazziti, ricordando che mentre si allarga il numero degli stati a favore di una moratoria universale dell’Onu contro la pena capitale, i governi che ricorrono al boia per fare giustizia sono ancora 56. Tanti gli ospiti dell’edizione romana, ieri all’Antonianum, personaggi dello spettacolo come Luca Barbarossa e Neri Marcorè, convinto che la pena di morte abbassi la società civile al livello di chi uccide:

“Per fortuna nel nostro Paese è da tantissimo tempo che si è compreso, mentre in altri Paesi del mondo non è altrettanto ovvio che la vita umana, qualsiasi colpa o reato si commetta, non può essere tolta da altri uomini”.

Per l’occasione, anche la voce di importanti testimoni, come Derrick Jamison, 20 anni nel braccio della morte, poi rilasciato perché ritenuto innocente. Ecco la sua testimonianza:

“It’s a pleasure for me…
Sono molto lieto di essere qui per dire che dobbiamo smetterla con la pena di morte. Mia mamma mi ha sempre insegnato, fin da quando ero piccolo, a essere una persona che timorata di Dio. Io sono una persona che teme il Signore e questo significa anche perdonare”.

Ancora parenti delle vittime come Ron Carlson, fratello di Deborah, uccisa da Carla Tuker, la cui esecuzione in Texs, dopo un completo percorso di redenzione impressionò e commosse il mondo intero. Ron non si stanca di lottare contro questa pratica barbara, non si stanca di dire che la giustizia appartiene a Dio e che il perdono è possibile. Sentiamo le sue parole:

“I am here to say to the world…
Sono qui per dire al mondo quello che ho imparato dalla pena di morte. Sono qui per comunicare al mondo il messaggio di Gesù, che è quello di perdonare, di perdonare 70 volte 7. E’ molto facile odiare; è molto più difficile perdonare! Quando si perdona, ci viene tolto un grande peso, che è il peso di quell’odio che ci portiamo dentro. All’inizio pensavo di farmi giustizia da solo, ma piano piano ho scoperto che quella voglia di vendetta e quell’odio mi stavano uccidendo. Ho cominciato a vivere solamente quando ho perdonato”.(mg)







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