A Ginevra il 6-7 dicembre secondo round di colloqui sul nucleare iraniano
Si terrà il 6-7 dicembre a Ginevra il secondo round di colloqui tra l'Iran e il 5+1
(Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) sul dossier nucleare di Teheran.
Lo afferma la portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera della Ue,
Catherine Ashton, precisando di aver ricevuto il via libera dal negoziatore iraniano
Saeed Jalili. Il gruppo dei 5+1 sul programma nucleare iraniano torna a riunirsi sotto
una cattiva stella. Il summit, infatti, è stato preceduto a Teheran dall’uccisione
di uno scienziato nucleare e dall’attacco di un virus informatico contro le centrifughe
atomiche iraniane. Immediata la reazione dell’establishment iraniano che ha puntato
il dito contro i servizi segreti di Israele e Stati Uniti. Stefano Leszczynski
ha intervistato Eric Salerno, giornalista esperto di questioni mediorientali:
R. – Non
c’è dubbio. Israele ha fatto capire che già da un paio di anni stava portando avanti
l’idea di fermare il progetto nucleare iraniano con una serie di operazioni clandestine
per non dover compiere un attacco massiccio contro l’Iran. Attacco che avrebbe ripercussioni
notevoli sulla stabilità regionale e non solo.
D. – E’ possibile che
le vicende legate all’Iraq e all’Afghanistan abbiano insegnato qualcosa all’Occidente
e ci sia stato quindi un ritorno alla strategia più vecchia ma considerata, forse,
più efficace?
R. – In qualche modo credo di sì: non dimentichiamo che
quella che è accaduta in Iraq è stata una guerra politica. Non c’è dubbio sul fatto
che sono anni che degli agenti israeliani operano in Iran. Operano sul terreno, vanno
lì per segnare i luoghi dove un domani dovrebbe compiersi un eventuale attacco ma
anche altre operazioni - come quelle che abbiamo sentito in queste settimane - di
sabotaggio, certamente da lontano, degli impianti nucleari attraverso l’inserimento
di virus nei computer delle centrali nucleari iraniani.
D. – Allo stesso
tempo l’Iran, oggi, ha detto “sì” alla ripresa del tavolo negoziale con il gruppo
dei 5+1 sul suo programma nucleare…
R. – Da una parte l’Iran ha sempre
cercato un dialogo per arrivare, alle sue condizioni, a rinunciare al nucleare - stiamo
parlando qui di nucleare militare -. In questi mesi ha certamente fatto dei passi
indietro nel progetto che sta portando avanti, perciò potrebbe dire che questo è il
momento adatto per continuare e ripristinare il dialogo che era stato fermato. Dall’altra
parte, alcuni servizi segreti sostengono che Ahmadinejad stia cercando soltanto di
guadagnare tempo, perché ogni volta che lui è disposto a dialogare si siedono per
un po’, si scambiano delle opinioni ma poi, alla fine, salta tutto ed intanto gli
iraniani hanno la possibilità di continuare a sviluppare quello che stanno facendo
in segreto.