2010-11-29 14:52:20

La Svizzera dice sì all’espulsione degli stranieri che delinquono. L'amarezza delle Chiese


Saranno espulsi dalla Svizzera gli stranieri che delinquono, dopo la vittoria, ieri, dei sì alla proposta referendaria che ha raccolto il 52,9 dei consensi, con un tasso di partecipazione al voto del 53% della popolazione. “La Svizzera deve restare un Paese di diritto affidabile, dove i diritti dell’uomo costituiscano il riferimento centrale di ogni atto dello Stato”: hanno reagito la Federazione della Chiese protestanti (Feps) e la Conferenza dei vescovi cattolici della Svizzera, preso atto del voto favorevole alla proposta dell’Unione democratica di centro (Udc/Svp), che pure era stata osteggiata dal Governo e dalla maggioranza del Parlamento elvetico, firmataria di un controprogetto, bocciato alle urne. Il sì - che ha conquistato 17 su 26 cantoni, quelli della Svizzera tedesca più il Ticino e il Vallese - stabilisce la revoca del diritto di soggiorno a tutti gli stranieri condannati con sentenza, passata in giudicato, per gravi delitti quali, omicidio, rapina, stupro, traffico di esseri umani, effrazione e altri reati violenti, oltre che frode alla sicurezza sociale. Il divieto a rientrare nei confini svizzeri varia da 5 a 15 anni, fino a 20 per i recidivi. Spetta ora al Parlamento varare la legge di applicazione. Per questo il neo-ministro svizzero alla Giustizia, la socialista Simonetta Sommaruga, ha annunciato al più presto un gruppo di lavoro, rassicurando che il governo di Berna “s'impegnerà per il rispetto della Costituzione, dei diritti umani e della tradizione legislativa della Svizzera”. Secondo Sommaruga, il sì referendario “riflette paure tra la popolazione che vanno prese sul serio”. Ma “oltre a reprimere si tratta anche di puntare sulla politica d'integrazione”, dato che - ha sottolineato - ''gli stranieri, nella stragrande maggioranza, non sono criminali e sono ben integrati'' ed il loro contributo sociale ed economico è molto importante. “E’ una giornata nera per i diritti umani in Svizzera” ed un “pessimo segnale per i Paesi vicini”: l’amaro commento di Amnesty International. Le Chiese protestanti e la Chiesa cattolica lanciano quindi un appello alle autorità federali e cantonali perché l’applicazione sia conforme ai diritti dell’uomo, al diritto internazionale e alla Costituzione federale. “Ciascun caso individuale – scrivono in una nota - deve essere esaminato con attenzione”; se la persona è infatti minacciata di persecuzione, tortura o altre violazioni dei diritti dell’uomo nel Paese di destinazione non può essere espulsa. (A cura di Roberta Gisotti)








All the contents on this site are copyrighted ©.