Shazia Bashir, la ragazza pakistana cristiana violentata e uccisa, non avrà giustizia
Sdegno nella comunità cristiana in Pakistan per l’assoluzione di Chaudry Naeem, il
ricco avvocato musulmano accusato di aver stuprato e ucciso Shazia Bashir, la ragazza
cristiana di 12 anni uccisa nel gennaio 2010. Chaudry, incriminato insieme con suo
figlio Haris e sua moglie Ghzala, è stato assolto per mancanza di prove da un tribunale
di primo grado a Lahore. La famiglia era accusata di aver costretto la ragazza a lavorare
come domestica nella loro casa, di fatto sequestrandola e di averla violentata ma
secondo la difesa, l’assoluzione si basa sul fatto che l’accusa non ha potuto dimostrare,
con prove mediche inconfutabili, la violenza e l’omicidio. Il rapporto medico giunto
in tribunale, infatti, afferma che Shazia “è deceduta di morte naturale, a causa di
una malattia della pelle” e le prove testimoniali della madre della ragazza e dei
suoi fratelli non sono state ritenute sufficienti dalla Corte. “Per la famiglia di
Shazia non sarà fatta giustizia. Non è la prima volta che, in casi simili, l’esito
dei processi lasci impuniti influenti cittadini musulmani, nonostante le atrocità
compiute su cristiani poveri e indifesi”, ha commentato all'agenzia Fides Nasir Saeed,
responsabile del “Centre for Legal Aid Assistence and Settlement”, che offre assistenza
legale gratuita ai cristiani in Pakistan. Gli avvocati e le organizzazioni cristiane
che si stanno occupando del caso hanno intanto annunciato il ricorso in appello. “Questo
verdetto dimostra che alcuni personaggi sono sopra la legge”, ha dichiarato Peter
Jacob, segretario esecutivo della “Commissione Giustizia e Pace” dei vescovi pakistani”.
“Il verdetto – ha aggiunto - dimostra ancora una volta l’inefficienza e la scarsa
indipendenza dei tribunali ed è la prova di come si possono pilotare i giudizi”. (L.G.)