La Segreteria generale del Sinodo dei vescovi: migliori condizioni ad Haiti se gli
aiuti fossero coordinati meglio
La situazione sociale ed ecclesiale nei diversi Paesi del Continente americano è stata
al centro dei lavori della quindicesima riunione del Consiglio Speciale per l’America
della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, svoltasi nei giorni 16-17 novembre
scorsi. Nel comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro si sottolinea come
si notino molti segni di speranza ma anche alcuni di preoccupazione. Si registra con
soddisfazione, in particolare, uno sviluppo economico positivo in alcuni Stati, anche
se - si afferma - bisognerebbe favorire una distribuzione più equa delle ricchezze
e delle risorse naturali. Cresce la coscienza ecologica presso le popolazioni, allo
scopo di salvaguardare il Creato e, dunque, di promuovere un uso ragionevole delle
materie prime. Inoltre, vi sono tentativi di una maggiore integrazione continentale
vista, in genere, con favore dalla Chiesa Cattolica, che cerca di ricuperare l’unità
di tutto il continente in fedeltà allo spirito di comunione, proposto come orientamento
pastorale nell’Esortazione Apostolica postsinodale Ecclesia in America.
Tra
i segni di preoccupazione è da segnalare l’allarmante situazione sociale di Haiti,
conseguenza del terremoto, che si protrae nel tempo aggravata dall’epidemia del colera.
La solidarietà manifestata concretamente da governi stranieri e da organismi ecclesiali
- si legge poi nel comunicato - produrrebbe migliori frutti se gli enti locali fossero
più capaci di predisporre organicamente gli aiuti ricevuti. Anche il movimento migratorio
rappresenta uno degli aspetti di maggiore preoccupazione. Si verifica da una parte
l’emigrazione dai Paesi più poveri verso i più ricchi, con conseguenze di diverso
tipo: da un impoverimento delle risorse umane dei Paesi che subiscono l’emigrazione,
alla problematica sociale generata negli Stati che ricevono l’immigrazione. Gravi
difficoltà incontrano gli immigrati in situazione irregolare e spesso rimpatriati
con la forza nei Paesi di origine. Ulteriori preoccupazioni provengono dalla produzione
e dal traffico della droga, dal traffico delle armi, dalla violenza e dalla corruzione
politica, che restano grandi sfide per numerosi Stati, nonostante alcuni successi
nella lotta contro tali mali sociali.
Particolare attenzione merita anche
la promozione di una serie di leggi contrarie alle norme etiche (leggi sull’aborto,
sull’eutanasia e sui matrimoni tra persone dello stesso sesso), e l’infiltrarsi -
afferma il comunicato - di uno spirito non conforme ai valori cristiani nel campo
dell’educazione dei giovani e della comunicazione. Dal punto di vista sociale, si
prende nota, con soddisfazione, del fatto che in vari Paesi si svolge regolarmente
il processo elettorale secondo le norme delle rispettive Costituzioni. Tuttavia, non
mancano tentativi ideologici di rivedere gli ordinamenti costituzionali e legislativi,
provocando tensioni interne, anche con le Chiese locali, con ripercussioni nei rapporti
internazionali. In questo contesto, si tenta di ignorare la Chiesa Cattolica, escludendola
come partner nel dialogo sociale, nonostante l’alta credibilità di cui essa gode a
livello popolare. Nel campo ecclesiale, infine, motivo di consolazione è l’aumento
delle vocazioni al sacerdozio, anche se assai diversificato sia nei Paesi sia nelle
diocesi. La V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi (13-31
maggio 2007, Aparecida), ha suscitato notevole speranza. In questo senso, sono stati
avviati ovunque programmi pastorali a livello locale per applicare le relative linee
pastorali del Documento conclusivo di Aparecida, in continuità con gli orientamenti
dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in America. Di particolare
importanza è la coscienza che tutta la Chiesa nel continente deve essere in stato
di missione. I risultati di quest'opera di evangelizzazione, si afferma, sono assai
positivi. (A cura di Amedeo Lomonaco)