2010-11-27 16:11:12

Haiti alle urne per le presidenziali, favorita la Manigat


Nel pieno dell’emergenza colera, la popolazione di Haiti è convocata domani alle urne per le presidenziali. A scegliere il successore di Preval saranno oltre quattro milioni e mezzo di elettori che dovranno rinnovare anche i rappresentanti della Camera e parte di quelli del Senato. I sondaggi danno come favorita Manigat, che si presenta come una moderata di sinistra. Per un quadro politico nel Paese, Eugenio Bonanata ha intervistato Roberto Da Rin, esperto di America Latina per il Sole 24 ore:RealAudioMP3

R. - Sono tre candidature diverse e dai sondaggi fatti finora, mi sembra che la candidata donna di 70 anni, persona moderata, di sinistra, che pare abbia dei precedenti di buona amministrazione, sia quella che abbia maggiore probabilità di successo.

D. - Manca il partito del deposto presidente Aristide e questo crea un po’ di apprensione anche dal punto di vista della sicurezza, perché i suoi sostenitori sono quelli che, in questi mesi, hanno espresso diverse volte e in vari modi dissenso nei confronti della presidenza e anche dell’Onu...

R. - Questo è un potenziale di destabilizzazione molto grande, tanto che tutti i brogli che i candidati temono potrebbero essere fomentati da questa frangia politica. E' un’incognita, nessuno saprà come si potrà colmare questo vuoto di trasparenza. D’altra parte, questo è un Paese disastrato, dove si sono sempre susseguiti brogli e ora, oltretutto, c’è anche una comunità internazionale oltremodo screditata. Sono arrivati molti soldi con il terremoto ma, come al solito, non sono arrivati alla popolazione.

D. - E’ chiaro che chiunque sia il nuovo presidente avrà di fronte questa esigenza, cioè di rimettere a posto le cose nel Paese e far fronte all’emergenza che non si è riusciti ad controllare, in questi mesi...

R. - Sì è così. Il Paese è dilaniato da bande politiche da una parte, e da bande criminali e soprattutto è in emergenza sanitaria continua. Il colera è un problema delle ultime settimane, naturalmente, ma la situazione sanitaria è talmente disastrosa che da sempre sono in agguato mille epidemie.

D. - Il mondo delle Ong chiede cambiamenti al nuovo governo per la risoluzione dei problemi…

R. - Va detto che il mondo delle Ong è presente. Da sempre ci sono delle Ong molto serie che sono stanziali ad Haiti, ma con questo problema del colera anche le Ong internazionali hanno dovuto ridurre la loro attività lavorativa. Ho conosciuto e conosco dei responsabili di Ong che sono rimasti chiusi in casa senza poter lavorare proprio per sfuggire al contagio, quindi c’è anche una situazione ulteriormente aggravata e, se possibile, ancora più insopportabile da un punto di vista sanitario. Un disastro umanitario continuo.

D. - La priorità numero uno della nuova leadership del Paese è proprio quella di ricucire i rapporti con il volontariato e quindi con le organizzazioni umanitarie internazionali?

R. – Sì, proprio perché purtroppo c’è un discredito totale, sfiducia nei confronti di buona parte della comunità internazionale che eroga dei soldi, ma è contestata da alcuni haitiani di distribuirli poi alle cosche e di non farli arrivare alla gente. Invece, la comunità delle Ong è ancora considerata onesta e quindi immune da richieste poco trasparenti. Le Ong rimangono forse un baluardo, in questo Paese. (ma)








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