Il Papa ai religiosi: siate Vangelo vivente, annunciate al mondo il Dio “ignoto”
“È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita
consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo
ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente”
per annunciare al mondo il Dio “ignoto”: così il Papa nell’incontro con i superiori
delle Congregazioni religiose maschili e femminili. Di seguito il testo integrale
del discorso del Papa:
Carissimi Fratelli e Sorelle!
Sono
lieto di incontrarvi in occasione dell’Assemblea Semestrale dell’Unione dei Superiori
Generali, che state celebrando, in continuità con quella del maggio scorso, sul tema
della vita consacrata in Europa. Saluto il Presidente, Don Pascual Chávez - che ringrazio
per le parole rivoltemi - come pure il Consiglio Esecutivo; un saluto particolare
al Comitato Direttivo dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali e ai numerosi
Superiori Generali. Estendo il mio pensiero a tutti i vostri confratelli e consorelle
sparsi nel mondo, specialmente a quanti soffrono per testimoniare il Vangelo. Desidero
esprimere vivo ringraziamento per quanto fate nella Chiesa e con la Chiesa in favore
dell’evangelizzazione e dell’uomo. Penso alle molteplici attività pastorali nelle
parrocchie, nei santuari e nei centri di culto, per la catechesi e la formazione cristiana
dei bambini, dei giovani e degli adulti, manifestando la vostra passione per Cristo
e per l’umanità. Penso al grande lavoro nel campo educativo, nelle università e nelle
scuole; alle molteplici opere sociali, attraverso le quali andate incontro ai fratelli
più bisognosi con l’amore stesso di Dio. Penso anche alla testimonianza, a volte rischiosa,
di vita evangelica nelle missioni ad gentes, in circostanze spesso difficili.
Le
vostre due ultime Assemblee sono state dedicate a considerare il futuro della vita
consacrata in Europa. Questo ha significato ripensare il senso stesso della vostra
vocazione, che comporta, prima di tutto, il cercare Dio, quaerere Deum: siete per
vocazione cercatori di Dio. A questa ricerca consacrate le migliori energie della
vostra vita. Passate dalle cose secondarie a quelle essenziali, a ciò che è veramente
importante; cercate il definitivo, cercate Dio, mantenete lo sguardo rivolto a Lui.
Come i primi monaci, coltivate un orientamento escatologico: dietro il provvisorio
cercate ciò che rimane, ciò che non passa (cfr Discorso nel Collège des Bernardin,
Parigi, 12 settembre 2008). Cercate Dio nei confratelli che vi ha dato, con i quali
condividete la stessa vita e missione. Lo cercate negli uomini e nelle donne del nostro
tempo, ai quali siete inviati per offrire loro, con la vita e la parola, il dono del
Vangelo. Lo cercate particolarmente nei poveri, primi destinatari della Buona Notizia
(cfr Lc 4,18). Lo cercate nella Chiesa, dove il Signore si fa presente, soprattutto
nell’Eucaristia e negli altri Sacramenti, e nella sua Parola, che è via maestra per
la ricerca di Dio, ci introduce nel colloquio con Lui e ci rivela il suo vero volto.
Siate sempre appassionati cercatori e testimoni di Dio!
Il rinnovamento
profondo della vita consacrata parte dalla centralità della Parola di Dio, e più concretamente
del Vangelo, regola suprema per tutti voi, come afferma il Concilio Vaticano II nel
Decreto Perfectae caritatis (cfr n. 2) e come ben compresero i vostri Fondatori: la
vita consacrata è una pianta ricca di rami che affonda le radici nel Vangelo. Lo dimostra
la storia dei vostri Istituti, nei quali la ferma volontà di vivere il Messaggio di
Cristo e di configurare la propria vita ad esso, è stata e rimane il criterio fondamentale
del discernimento vocazionale e del vostro discernimento personale e comunitario.
È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita
consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo
ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente.
Un
altro aspetto fondamentale della vita consacrata che vorrei sottolineare è la fraternità:
“confessio Trinitatis” (cfr GIOVANNI PAOLO II, Esort. Ap. Vita consecrata, 41) e parabola
della Chiesa comunione. Attraverso di essa, infatti, passa la testimonianza della
vostra consacrazione. La vita fraterna è uno degli aspetti che maggiormente cercano
i giovani quando si avvicinano alla vostra vita; è un elemento profetico importante
che offrite in una società fortemente individualistica. Conosco gli sforzi che state
facendo in questo campo, come conosco anche le difficoltà che la vita comunitaria
comporta. C’è bisogno di un serio e costante discernimento per ascoltare quello che
lo Spirito dice alla comunità (cfr Ap,2,7), per riconoscere quello che viene
dal Signore e quello che gli è contrario (cfr Vita consecrata, 73). Senza il
discernimento, accompagnato dalla preghiera e dalla riflessione, la vita consacrata
corre il pericolo di accomodarsi sui criteri di questo mondo: l’individualismo, il
consumismo, il materialismo; criteri che fanno venir meno la fraternità e fanno perdere
fascino e mordente alla stessa vita consacrata. Siate maestri di discernimento, affinché
i vostri confratelli e le vostre consorelle assumano questo habitus e le vostre comunità
siano segno eloquente per il mondo di oggi. Voi che esercitate il servizio dell’autorità,
e che avete compiti di guida e di progettualità del futuro dei vostri Istituti Religiosi,
ricordate che una parte importante dell’animazione spirituale e del governo è la ricerca
comune dei mezzi per favorire la comunione, la mutua comunicazione, il calore e la
verità nelle relazione reciproche.
Un ultimo elemento che voglio evidenziare
è la missione. La missione è il modo di essere della Chiesa e, in essa, della vita
consacrata; fa parte della vostra identità; vi spinge a portare il Vangelo a tutti,
senza confini. La missione, sostenuta da una forte esperienza di Dio, da una robusta
formazione e dalla vita fraterna in comunità, è una chiave per comprendere e rivitalizzare
la vita consacrata. Andate, dunque, e in fedeltà creativa fate vostra la sfida della
nuova evangelizzazione. Rinnovate la vostra presenza negli areopaghi di oggi per annunciare,
come fece san Paolo ad Atene, il Dio “ignoto” (cfr Discorso nel Collège des Bernardins).
Cari
Superiori Generali, il momento attuale presenta per non pochi Istituti il dato della
diminuzione numerica, particolarmente in Europa. Le difficoltà, però, non devono farci
dimenticare che la vita consacrata ha la sua origine nel Signore: è voluta da Lui
per l’edificazione e la santità della sua Chiesa, e perciò la Chiesa stessa non ne
sarà mai privata. Mentre vi incoraggio a camminare nella fede e nella speranza, vi
chiedo un rinnovato impegno nella pastorale vocazionale e nella formazione iniziale
e permanente. Vi affido alla Beata Vergine Maria, ai vostri Santi Fondatori e Patroni,
mentre di cuore vi imparto la mia Apostolica Benedizione, che estendo alle vostre
Famiglie religiose.