Episcopal ordination at Chengde (Province of Hebei, Mainland China)
With
regard to the episcopal ordination of the Reverend Joseph Guo Jincai, which took place last
Saturday, November 20, information has been gathered about what happened and it is
now possible to state clearly the following. 1. The Holy Father received the
news with deep regret, because the above-mentioned episcopal ordination was conferred
without the apostolic mandate and, therefore, constitutes a painful wound upon
ecclesial communion and a grave violation of Catholic discipline (cf. Letter of
Benedict XVI to the Church in China, 2007, n. 9). 2. It is known that, in recent
days, various Bishops were subjected to pressures and restrictions on their freedom
of movement, with the aim of forcing them to participate and confer the episcopal
ordination. Such constraints, carried out by Chinese government and security Authorities,
constitute a grave violation of freedom of religion and conscience. The Holy See
intends to carry out a detailed evaluation of what has happened, including consideration of
the aspect of validity and the canonical position of the Bishops involved. 3. In
any case, this has painful repercussions, in the first case, for the Reverend Joseph
Guo Jincai who, because of this episcopal ordination, finds himself in a most serious
canonical condition before the Church in China and the universal Church, exposing
himself also to the severe sanctions envisaged, in particular, by canon 1382 of
the Code of Canon Law. 4. This ordination not only does not contribute to the good
of the Catholics of Chengde, but places them in a very delicate and difficult condition,
also from the canonical point of view, and humiliates them, because the Chinese
civil Authorities wish to impose on them a Pastor who is not in full communion,
either with the Holy Father or with the other Bishops throughout the world. 5.
Several times, during this current year, the Holy See has communicated clearly to
the Chinese Authorities its opposition to the episcopal ordination of the Reverend
Joseph Guo Jincai. In spite of this, the said Authorities decided to proceed unilaterally,
to the detriment of the atmosphere of respect that had been created with great
effort with the Holy See and with the Catholic Church through the recent episcopal
ordinations. This claim to place themselves above the Bishops and to guide the
life of the ecclesial community does not correspond to Catholic doctrine; it offends
the Holy Father, the Church in China and the universal Church, and further complicates
the present pastoral difficulties. 6. Pope Benedict XVI, in the above-mentioned
Letter of 2007, expressed the Holy See’s willingness to engage in a respectful
and constructive dialogue with the Authorities of the People’s Republic of China,
with the aim of overcoming the difficulties and normalizing relations (n. 4). In
reaffirming this willingness, the Holy See notes with regret that the Authorities
allow the leadership of the Chinese Catholic Patriotic Association, under the influence
of Mr. Liu Bainian, to adopt attitudes that gravely damage the Catholic Church and
hamper the aforesaid dialogue. 7. The Catholics of the entire world are following
with particular attention the troubled journey of the Church in China: the spiritual
solidarity with which they accompany the vicissitudes of their Chinese brothers
and sisters becomes a fervent prayer to the Lord of history, so that He may be
close to them, increase their hope and fortitude, and give them consolation in moments
of trial. 24 November 2010. [01683-02.01] [Original text: English]
Ordinazione
episcopale a Chengde (Provincia di Hebei, Cina Continentale)
Riguardo all’ordinazione
episcopale del Rev.do Giuseppe Guo Jincai, avvenuta sabato 20 novembre corrente,
sono state raccolte informazioni su quanto è accaduto e si è ora in grado di precisare
quanto segue:
1. Il Santo Padre ha appreso la notizia con profondo rammarico,
poiché la suddetta ordinazione episcopale è stata conferita senza il mandato apostolico
e, perciò, rappresenta una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave
violazione della disciplina cattolica (cfr Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa
in Cina, 2007, n. 9). 2. È noto che, negli ultimi giorni, diversi Vescovi sono
stati sottoposti a pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento,
allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l’ordinazione episcopale. Tali
costrizioni, compiute da Autorità governative e di sicurezza cinesi, costituiscono
una grave violazione della libertà di religione e di coscienza. La Santa Sede si
riserva di valutare approfonditamente l’accaduto, tra l’altro sotto il profilo della
validità e per quanto riguarda la posizione canonica dei Vescovi coinvolti. 3.
In ogni caso, ciò si ripercuote dolorosamente, in primo luogo, sul Rev.do Giuseppe
Guo Jincai che, in forza di tale ordinazione episcopale, si trova in una gravissima
condizione canonica di fronte alla Chiesa in Cina e alla Chiesa universale, esponendosi
anche alle pesanti sanzioni previste, in particolare, dal canone 1382 del Codice
di Diritto Canonico. 4. Tale ordinazione non soltanto non aiuta il bene dei Cattolici
a Chengde, ma li mette in una condizione assai delicata e difficile, anche sotto
il profilo canonico, e li umilia, perché le Autorità civili cinesi vogliono imporre
loro un Pastore che non è in piena comunione, né con il Santo Padre né con gli
altri Vescovi sparsi nel mondo. 5. Più volte, durante l’anno corrente, la Santa
Sede ha comunicato con chiarezza alle Autorità cinesi la propria opposizione all’ordinazione
episcopale del Rev.do Giuseppe Guo Jincai. Nonostante ciò, dette Autorità hanno
deciso di procedere unilateralmente, a scapito dell’atmosfera di rispetto, faticosamente
creata con la Santa Sede e con la Chiesa cattolica attraverso le recenti ordinazioni
episcopali. Tale pretesa di mettersi al di sopra dei Vescovi e di guidare la vita
della comunità ecclesiale non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo
Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali
esistenti. 6. Papa Benedetto XVI, nella summenzionata Lettera del 2007, ha espresso
la disponibilità della Santa Sede a un dialogo rispettoso e costruttivo con le
Autorità della Repubblica Popolare Cinese, al fine di superare le difficoltà e
normalizzare i rapporti (n. 4). Nel riaffermare tale disponibilità, la Santa Sede
constata con rammarico che le Autorità lasciano alla dirigenza dell’Associazione
Patriottica Cattolica Cinese, sotto l’influenza del Sig. Liu Bainian, assumere
atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa cattolica e ostacolano detto
dialogo. 7. I Cattolici di tutto il mondo seguono con particolare attenzione il
travagliato cammino della Chiesa in Cina: la solidarietà spirituale, con cui accompagnano
le vicende dei fratelli e delle sorelle cinesi, diventa fervida preghiera al Signore
della storia, affinché sia loro vicino, accresca la loro speranza e fortezza, e
doni loro consolazione nei momenti della prova. 24 Novembre 2010 [01683-01.01]
[Testo originale: Italiano]