2010-11-25 15:26:11

Pyongyang minaccia nuovi attacchi, Seul aumenta la presenza militare nel Mar Giallo


Resta altissima la tensione nella penisola coreana, dopo l’attacco di Pyongyang contro l'isola della Corea del Sud che ha provocato la morte di due soldati e due civili e il ferimento di altre 18 persone. Oggi, il regime del nord ha minacciato altri attacchi in vista delle annunciate manovre militari congiunte Usa-Corea del Sud nel Mar Giallo. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Le armi tacciono ma non sembra aprirsi nessun spiraglio di dialogo tra le due Coree. Oggi. il regime di Pyongyang ha accusato Seul e Washington di essere responsabili dello scambio di colpi d'artiglieria di martedì scorso e si è detto pronto ad “affrontare senza esitazioni” ulteriori attacchi di rappresaglia”. I vertici del Nord hanno inoltre respinto la proposta avanzata dal comando delle Nazioni Unite di intavolare colloqui tra militari di alto grado sullo scontro. Non resta a guardare la Corea del Sud, che annuncia il rafforzamento della propria presenza militare nel Mar Giallo e la modifica delle regole di ingaggio per rispondere con più forza a eventuali futuri attacchi. “Dobbiamo tenerci pronti alla possibilità di una nuova provocazione”, ha spiegato il presidente, Lee Myung Bak, ordinando che vengano aumentate le armi in dotazione ai militari dislocati su cinque isole. Altre misure diplomatiche riguarderanno un riesame degli aiuti al Nord da gruppi privati e uno sforzo per coinvolgere la comunità internazionale, e in particolare la Cina, nelle pressioni su Pyongyang. Intanto, si registrano anche le dimissioni del ministro delle Difesa sudcoreano, fortemente criticato da tutta l’opinione pubblica per la “debole” risposta data all'attacco di martedì. Pechino dal canto suo, unico alleato delle Corea del Nord, si dice “preoccupata” per le esercitazioni navali che Seul e Washington terranno a partire da domenica. Per mantenere la stabilità nell’area, la Cina è in invece tornata a insistere sulla ripresa dei colloqui sul programma nucleare nordcoreano.

Crisi irlandese
Nel pieno della crisi economica irlandese, il governo di Dublino ha varato ieri il piano d'austerity da 15 miliardi per riportare, da qui al 2014, i conti pubblici sotto controllo. Fra le misure più significative spiccano i 2,8 miliardi di tagli alla spesa sociale, l’eliminazione di 25 mila posti nel settore pubblico, l’aumento dell'Iva dal 21% al 23% ed entrate extra per 1,9 miliardi da imposte sui redditi. Occhi putnati da parte di tutta l’Europa e in particolare dalla Germania, che si aspetta “un accordo” su alcuni punti del piano di salvataggio dell’Irlanda che Unione Europea e Fondo monetario internazionale (Fmi) dovrebbero mettere a punto all’inizio di dicembre. L'esposizione delle banche tedesche nei confronti dell'Irlanda ammonta a circa 25 miliardi di euro. Intanto, la Bce ha garantito che il salvataggio dell’Irlanda non avrà ripercussioni sulla strategia di uscita dalle misure di stimolo varate per rilanciare la ripresa nell'Eurozona. Rassicurazioni anche da Klaus Regling, presidente del meccanismo di stabilizzazione finanziaria europeo (Efsf) creato nel maggio scorso, secondo il quale fondo di salvataggio è "abbastanza grande per tutto il mondo". In un'intervista al quotidiano tedesco "Bild", Regling dice poi di "non credere in alcun caso" che la Francia e l'Italia siano a rischio.

Afghanistan
Proteste in tutto l’Afghanistan da ieri per i risultati delle elezioni parlamentari del 18 settembre scorso. Oggi, la Procura generale della Repubblica afghana ha emesso ordini di cattura per tre funzionari della Commissione elettorale indipendente (Iec) con l'accusa di brogli che sarebbero stati realizzati nell'ambito del processo di voto. Ieri, la Commissione elettorale indipendente aveva annunciato una lista ufficiale di 238 deputati eletti su 249 complessivi, precisando che gli 11 deputati della provincia di Ghazni saranno ufficializzati ''fra una settimana''. Ventisette candidati considerati provvisoriamente vincitori il 20 ottobre sono stati esclusi invece dalla lista finale per sospetti brogli. Sempre ieri, il procuratore generale della Repubblica, Muhammad Ishaq Alkoh, aveva criticato la decisione della Iec di annunciare i risultati delle legislative del 18 settembre prima che il suo ufficio finisse di indagare su 150 denunce di irregolarità, ricevute nelle scorse settimane.

Russia
Sette persone sono morte dopo che l'elicottero sul quale viaggiavano si è schiantato stamani nella regione siberiana di Omsk. Tre i sopravvissuti alla sciagura. In base alle prime indagini, il velivolo era diretto ai pozzi petroliferi della zona, ma è precipitato poco prima di arrivare a destinazione per cause ancora da accertare.

Il Pentagono teme nuova fuga di notizie riservate
Il Pentagono teme una nuova fuga di notizie sul sito Wikileaks. Secondo indiscrezioni, si tratta in gran parte di materiale riservato del Dipartimento di Stato Usa con accuse di corruzione nei confronti di diversi capi di Stato e di governo e ministri di Paesi amici degli Stati Uniti. Non ha nascosto preoccupazione il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley: “Quelle rivelazioni creeranno tensioni nelle relazioni con i nostri diplomatici e i nostri amici nel mondo”. “Ci prepariamo per lo scenario peggiore", ha poi affermato Crowley, ipotizzando che i documenti possano "toccare un'ampia gamma di questioni e di Paesi”. Wikileaks definisce le prese di posizione della Difesa Usa delle ultime ore “nuove iperventilazioni causate dalla paura”.

Italia: proteste degli universitari
Cortei di studenti si sono organizzati in tutta Italia contro la riforma dell’Università. Davanti a Montecitorio, dove si sta discutendo il disegno di legge, stazionano migliaia di ragazzi che hanno acceso fumogeni e intonato cori contro il governo chiedendone le dimissioni. Ieri l'assalto di un gruppo di studenti al Senato, oggi la breve "occupazione" del Colosseo a Roma e i blitz sulla Mole Antonelliana a Torino e sulla Torre di Pisa. In mattinata, la maggioranza in parlamento è stata battuta su un emendamento proposto dai finiani, e il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha detto che se la riforma sarà stravolta sua intenzione è ritirarla. Per la Gelmini, gli studenti sono solidali con i baroni universitari. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente degli universitari cattolici della Fuci, Alberto Ratti:RealAudioMP3

R. - Noi stigmatizziamo anche i comportamenti di alcune frange di studenti. Quello che è successo ieri davanti alle aule del Senato crediamo sia di una gravità inaudita: un rispetto delle istituzioni, un’educazione civica, crediamo che debba essere mantenuta sempre. Non condividiamo quanto il ministro dice, perché comunque la volontà di cambiare l’università, dove la gente studia e dove studiamo tutti, c’è anche da parte nostra. Lei dice che a volte gli studenti usano slogan vecchi, ma mi verrebbe da dire che anche lei ultimamente continua ad usare sempre le stesse critiche.

D. - Secondo il presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, i soldi sono stati trovati: ci sono quindi risorse sufficienti. Voi siete d’accordo o l’università comunque sconta vecchie arretratezze?

R. - Finché non verranno approvate, sia la legge di bilancio sia la legge di stabilità - e quindi finché non verrà stabilito quanti soldi il bilancio dello Stato destina all'università - non sapremo effettivamente quanto sarà proposto nel disegno di legge all’esame del parlamento e se sarà effettivamente coperto finanziariamente.

D. - Secondo voi, c’è comunque un problema di selezione, di migliore selezione del personale docente all’interno dell’università?

R. - La riforma del ministro Gelmini va sicuramente nella giusta direzione quando sottolinea che deve esserci più meritocrazia e che devono essere premiate le università che - anche se il termine non mi piace - “producono di più”. Il rischio, però, è che con questi tagli lineari non si vadano a premiare le università migliori, ma in realtà si vada a penalizzare un po’ tutti. (mg) (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 329

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