Pubblicati gli Atti del Convegno di Castel San Giovanni sul cardinale Casaroli
“Agostino Casaroli. Il diplomatico e il sacerdote”: con questo titolo sono stati pubblicati,
dall’Università delle Tre Età, gli Atti del Convegno del 31 maggio del 2008, organizzato
a Castel San Giovanni nel decimo anniversario della scomparsa del cardinale Agostino
Casaroli. La presentazione - per la quale il cardinale segretario di stato Tarcisio
Bertone ha espresso apprezzamento in un telegramma - si è svolta ieri a Roma all’Istituto
Maria Santissima Bambina. C’era per noi Tiziana Campisi:
Cardinale
Casaroli, padre Agostino, eminenza e don: sono i due volti che il segretario di Stato
di Giovanni Paolo II conservò dal 1979 al 1990. Impegnato nella politica verso l’Est
- che strategica e innovativa, d’apertura e di dialogo, prese il nome di Ostpolitik
-, nella revisione del Concordato fra Italia e Santa Sede e al fianco dei ragazzi
del carcere minorile di Casal del Marmo e dei giovani della casa famiglia Villa Agnese,
il porporato mantenne sempre la sua affabilità, che lo rendeva simpatico, arguto e
ironico. E’ quanto emerge dagli Atti del Convegno ospitato due anni fa nella città
natale del cardinal Casaroli. Ma quale il posto occupato nella Chiesa dal porporato?
Lo abbiamo chiesto allo storico Giovanni Barberini, studioso
del suo archivio:
R. – Nella storia della Chiesa io penso che occupi
un posto fondamentale. Possiamo dire che la Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II,
si apriva alla modernità e doveva incontrare e affrontare situazioni, come quella
dei regimi comunisti, che soltanto quella che fu chiamata la “politica del dialogo”
di Paolo VI e di Casaroli potevano incontrare e, sotto certi profili, potevano in
qualche modo dominare. Questo ha caratterizzato Casaroli: il coraggio anche di affrontare
quelle situazioni che erano difficilissime, perché dall’esterno, non conoscendole,
evidentemente erano un grande mistero. Lui, uomo di fede profonda – bisogna dire –
affrontò tutto con coraggio, sostenuto naturalmente da Paolo VI: formarono una coppia
invincibile.
D. – Cardinale, segretario di Stato, ma anche un sacerdote
che si dedicava a tante attività…
R. – Sì, infatti si applicava ad attività
pastorali in un campo difficilissimo, quale quello dei minori detenuti, e gli archivi
conservano molte lettere che questi ragazzi recuperati gli scrivevano: erano toccati
dalla figura di quest’uomo, che sapeva lasciare gli onori, le vesti rosse e così via,
per accostarsi con profonda umanità a ragazzi che avevano bisogno di essere redenti.
Chi
ha conosciuto bene il cardinal Casaroli non può che sottolinearne lo straordinario
impegno diplomatico, come il cardinale Achille Silvestrini, uno
dei suoi più stretti collaboratori soprattutto nella politica di distensione verso
i regimi comunisti dell'Europa orientale:
R. - Lui ha fatto l’Ostpolitik,
ha negoziato per tanto tempo.
D. - Che lezione ha lasciato alla storia?
R.
– La fiducia, la fede che la Provvidenza non fa mai mancare alla sua Chiesa, l’aiuto
e anche la novità per la libertà della Chiesa.
D. - Un suo ricordo personale
…
R. – Un grande maestro!
“L’amore, l’affetto e le sue
poche, ma belle parole che ci diceva – scrissero in una lettera i ragazzi di Casal
del Marmo all’indomani della sua scomparsa, il 9 giugno del ‘98 – rimarranno sempre
nei nostri cuori”.