Presentato il Seminario di studio "Peccato e conversione", un'occasione di riflessione
pastorale sulle ferite aperte della Chiesa
Le ferite aperte della Chiesa, tra cui quelle degli abusi sessuali e della pedofilia,
saranno al centro del seminario di studio “Peccato e conversione”, in programma a
Fano, nelle Marche, dal 29 novembre al primo dicembre prossimo. L’incontro, promosso
dal Centro di Orientamento Pastorale, è stato presentato stamani presso la sede dell’Azione
Cattolica Italiana. Si tratta dunque di un appuntamento incentrato sul tema della
conversione nella Chiesa, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il
vescovo di Palestrina e presidente del Centro di Orientamento Pastorale, mons.
Domenico Sigalini:
R. – Un seminario
di studio per affrontare con competenza, passione e riflessione il tema del peccato
nella Chiesa, dopo la denuncia che lo ha fatto emergere. Esistono evidentemente altri
interventi necessari per non far cadere nel nulla le denunce e lasciare tutto come
prima. Non sono utili i giudizi sommari, servono invece riflessioni sul versante psicologico,
sul versante culturale, approfondimenti pedagogici. Il nostro compito è di taglio
esclusivamente pastorale del problema. In particolare scegliamo l’esperienza cristiana
della conversione dei soggetti che si sono caricati di colpe e di tutta la comunità
cristiana che ne è stata ferita. Un altro elemento è il farsi carico del male del
mondo, anche a partire da posizioni di innocenza. La Chiesa non sarà portata ad una
vita buona propria del Vangelo se non ci sarà un’assunzione da parte di tutti del
sacrificio, del cambiamento, della santità per le colpe di qualcuno. Noi siamo alla
scuola di Gesù che si è caricato le colpe altrui per cambiare il mondo.
D.
– Come passare dal peccato alla conversione?
R. – La prima cosa da fare
è di riconoscere il peccato. Una volta che uno ha veramente consapevolezza del male
che c’è, ne ha viste le conseguenze, ha visto quanta sofferenza ha provocato, le vittime,
la sua incapacità, la sua fragilità allora comincia a mettere tutta questa sua esistenza,
questo suo male davanti a Dio. Ci sono delle cose nella vita che sono irreparabili,
però il Signore può continuamente dare la possibilità alla persona di iniziare una
sua nuova vita, proprio perché è capace di rinnovare l’esistenza attraverso il suo
perdono.
D. – Vero e autentico strumento di redenzione è la Parola di
Dio...
R. – La Parola di Dio è quella che ti denuda, ti mette davanti
a te stesso, ti fa trovare tutte le scusanti che ti sei creato dentro di te perché
avevi anche un’abitudine. Ti permette di risalire a quali sono state le cause. Tante
volte, la nostra vita va alla deriva non perché ci sono dei progetti malvagi dentro
di noi, ma perché lentamente continuiamo ad indebolire lo spirito, ad adattarci a
tutto senza una presa di coscienza di quello che sta avvenendo. C’è tutta un’educazione
che deve aiutare la persona a costruirsi una coscienza pulita, una coscenza bella
e formata. (ma)